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Vito Bardi

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Il Consiglio sollecita la giunta di Vito Bardi a pagare alla Sanità privata il dovuto per le prestazioni extra 2022, approvata una risoluzione, ma sui passaggi successivi regna l’incertezza e i tempi potrebbero diventare lunghi senza portare a nessun esito

POTENZA – Torna nelle mani del governatore Vito Bardi e della sua giunta la “patata bollente” dei fondi richiesti dalle strutture sanitarie private a copertura delle prestazioni erogate nel 2022, e nel 2023, oltre i tetti di spesa “storici”.
È questo l’esito della seduta del Consiglio regionale convocata ieri pomeriggio per il prosieguo della discussione sul tema avviata il 12 settembre, dopo la marcia indietro innestata dall’amministrazione regionale sulla remunerazione delle prestazioni in questione. A causa dei rilievi di costituzionalità del governo sulla norma della legge di bilancio regionale che a giugno aveva già assicurato le risorse necessarie, attorno ai 9 milioni di euro.

Dopo una lunga sospensione dei lavori necessaria a un confronto serrato tra esponenti della maggioranza e delle opposizioni, in aula è approdata una risoluzione, che impegna la giunta regionale a dare mandato alle aziende sanitarie di Potenza e di Matera di remunerare parte delle prestazioni di specialistica ambulatoriale “extra budget” con i fondi a disposizione per il taglio delle liste d’attesa.

Quindi a rideterminare i tetti di spesa «incrementando il loro valore», già per l’ultimo trimestre del 2023, e a «definire il fabbisogno di assistenza» della popolazione lucana. Quindi ancora, e qui starebbe l’escamotage per aggirare il grosso dei rilievi di costituzionalità di Palazzo Chigi, a utilizzare le risorse già “deviate” dai fondi per l’assistenza ospedaliera privata (inutilizzati dalla chiusura della Clinica Luccioni di Potenza) per la «remunerazione extra-tariffaria delle funzioni incluse nei contratti» delle strutture sanitarie convenzionate più in generale.

Nei prossimi giorni, insomma, spetterà al governatore e ai suoi assessori adottare gli atti necessari per mettere in pratica le soluzioni proposte dal Consiglio. Ma se dovesse richiedersi un intervento legislativo, come anticipato in aula dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Piergiorgio Quarto, e dall’assessore alla Sanità, Francesco Fanelli, è chiaro che i tempi potrebbero allungarsi non poco. Tra l’approvazione da parte della giunta di un disegno di legge apposito, e i successivi passaggi all’interno delle commissioni e del aula del Consiglio regionale. Mettendo a rischio persino la compiuta realizzazione dei propositi alla base della risoluzione. Un rischio sottolineato ripetutamente, nei loro interventi, soprattutto dai consiglieri regionali Roberto Cifarelli (Pd) e Luca Braia (Iv).

La risoluzione è stata approvata con i 10 voti favorevoli dei componenti della maggioranza presenti, e l’astensione di 8 componenti della minoranza che hanno assicurato il numero legale per la validità della deliberazione.

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