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Presentato al teatro “Stabile” di Potenza il lungo filmato di Alessandra Peralta e Cleto Cifarelli dedicato al senatore lucano scomparso nel 2013

POTENZA – Ripercorrere la vita di Emilio Colombo (1920-2013) significa rivivere in pieno la storia dell’Italia del secondo dopoguerra, fin dalla genesi dell’antifascismo, per arrivare alla seconda Repubblica, che lo stesso Colombo ha vissuto da padre nobile: un cammino, guidato dal senatore a vita prodigo di aneddoti e ricordi, e impreziosito da testimonianze illustri, che spaziano da Jacques Delors a Giorgio Napolitano. «Emilio Colombo. Memorie di un Presidente» non è semplicemente un documentario (di Alessandra Peralta e Cleto Cifarelli, presentato in anteprima a Potenza, nel teatro “Stabile”) ma un vero e proprio manuale di storia politica e sociale del Paese: una narrazione che guarda alla pancia dell’Italia – che prova a staccarsi dagli orrori della guerra mondiale e a liberarsi dalla povertà del Mezzogiorno – e che racconta la costruzione di un’Europa che deve molto all’azione di Colombo. Charles de Gaulle, John Fitzgerald Kennedy, Margaret Thatcher, Ronald Reagan sono solo alcuni dei nomi che “incrociano» il racconto dell’attività politica del Colombo prima padre costituente, poi ministro Dc (in vari dicasteri “chiave”) e presidente del Consiglio dei ministri, e infine presidente del Parlamento europeo e senatore a vita. E’ lo stesso Colombo, in circa 30 ore di interviste, a narrare la sua vita e quella della Repubblica, tirando fuori dal cilindro aneddoti divertenti (come i «disegnini» – come li definì – descrittivi del golpe Borghese, poi consegnati alla magistratura) e pezzi di storia dello Stato.

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Le immagini scorrono intercettando la riforma fondiaria, la legge sui Sassi di Matera, i congressi della Dc e il «boom» economico,  l’ingresso dei Socialisti nel Governo, la caduta del Muro di Berlino e alla nascita dell’Unione europea. Un senatore a vita che ricorda, oggi come allora, particolari e intrecci. Che si commuove parlando del terremoto del 1980 in Irpinia e Basilicata, e analizza con lucida contemporaneità i rapporti politici all’interno del suo partito. Accanto a lui nomi di spicco, che testimoniano il lungo corso: Hans Dietrich Genscher, Mario Segni, Jacques Delors, Arnaldo Forlani, Antonio Fazio, Oscar Luigi Scalfaro, Maria Romana De Gasperi, Gianni Pittella, monsignor Gianfranco Ravasi, Giorgio Napolitano e Giampaolo D’Andrea. Da «enfant prodige» nel 1946 – eletto nell’assemblea costituente a 26 anni con 26.000 voti – a senatore a vita nel 2003, nominato da Carlo Azeglio Ciampi: «Fu una scelta naturale», ha spiegato Napolitano ricordando la decisione di Ciampi, e naturale omaggio di una carriera durata 67 anni. 

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