X
<
>

Rossana Scutari

Condividi:
3 minuti per la lettura

SAN COSTANTINO ALBANESE – L’incubo rappresentato dal Coronavirus non accenna ad allontanarsi e la grande paura di questi ultimi giorni si chiama Omicron, la cosiddetta variante sudafricana.

La prima immagine al mondo di questa mutazione è stata realizzata da tre eccellenze: Valentino Costabile, Luna Colagrossi e la lucana Rossana Scutari (originaria di San Costantino Albanese, dove torna spesso a trovare i genitori) e la si deve all’area di ricerca del Bambino Gesù, coordinata da Carlo Federico Perno, con la supervisione della professoressa Claudia Alteri dell’Università di Milano. La foto mostra la struttura della proteina Spike delle varianti Omicron e Delta, rispetto alla Spike originale di Sars Cov-2.

Scutari, appena 30enne, ha studiato presso l’ateneo “Roma Tor Vergata”, dove ha frequentato la triennale in “Tecniche di laboratorio biomedico” e la specialistica in “Biotecnologie mediche”, per poi vincere il concorso per un dottorato di ricerca in “Microbiologia e virologia”. Attualmente è ricercatrice presso la Statale di Milano, in convenzione con il Bambino Gesù della capitale, dove lavora. «Siamo orgogliosi della nostra giovane ricercatrice e le auguriamo di raggiungere sempre nuovi traguardi», ha commentato Renato Iannibelli, sindaco del piccolo borgo immerso nel Parco Nazionale del Pollino.

Come avete realizzato l’immagine?

«Dai sequenziamenti del genoma della variante finora disponibili, abbiamo caratterizzato la proteina spike, quindi abbiamo osservato le mutazioni specifiche di questa variante cioè cambiamenti in specifiche posizioni del genoma. Abbiamo valutato il grado di variabilità delle posizioni amminoacidi e in seguito generato la figura: per ottenerla abbiamo annotato le diverse mutazioni amminoacidiche di Omicron sulla struttura della proteina Spike, già disponibile. Le sfere rosse indicano le aree ad altissima variabilità, le gialle a media variabilità, le verdi a bassa variabilità, le celesti a scarsa variabilità. La zona grigia, invece, rappresenta l’area conservata».

Omicron è più pericolosa rispetto alle altre mutazioni?

«Ad oggi non esistono evidenze scientifiche che permettano di definire la variante “B.1.1.529” come più pericolosa, in quanto sono necessari riscontri clinici ed epidemiologici solidi. Sulla base della rapidità con cui l’Omicron ha sostituito il clade Delta in Sudafrica, si potrebbe ipotizzare che questa variante possa avere una maggiore trasmissibilità. Infatti, sulla base di questo criterio, è stata definita dalle agenzie sanitarie internazionali tra le varianti più preoccupanti».

Qual è la differenza tra Omicron e le altre varianti?

«Confrontando tale variante con le altre, sicuramente possiamo dire che l’Omicron è caratterizzata da un numero elevato di mutazioni all’interno della proteina Spike. Alcune di queste mutazioni non sono però specifiche, infatti sono simili a quelle già trovate in Beta, Gamma e Delta. Altre sono nuove. Quando si parla di virus questo concetto non è “anomalo”, considerando il fatto che più il virus circola liberamente e più selezionerà mutazioni».

I vaccini attualmente a disposizione sono ugualmente efficaci su Omicron?

«Ancora non possiamo affermarlo. I dati riguardanti tale variante sono ancora pochi, infatti non sappiamo se le mutazioni evidenziate in Omicron possano incidere, e di quanto, sull’efficacia vaccinale. Sono necessari studi sperimentali. Sicuramente una copertura vaccinale elevata e la somministrazione della terza dose, che contribuirebbe ad aumentare il titolo anticorpale, aiuterebbero a contenere la diffusione di questa come di tutte le varianti».

La ricerca è la sua passione?

«Assolutamente. D’altronde è un lavoro impossibile da portare avanti senza per la sua sregolatezza che lo rende uno stile di vita».

Per la ricerca italiana è un successo, eppure si parla sempre di fuga di cervelli.

«Personalmente sono stata fortunata poiché ho iniziato a lavorare per gruppi importanti già con le tesi di laurea. Il problema dell’Italia, rispetto all’estero, è la carenza di fondi e di riconoscimenti».

Quale sarà la situazione, quando usciremo dal Covid?

«Non possiamo fare previsioni. Sicuramente possiamo confrontare i dati attuali con quelli dell’anno scorso come, ad esempio, su ricoveri o mortalità, per renderci conto che ci sono stati passi in avanti grazie ai vaccini che permettono di ridurre sempre maggiormente la circolazione virale ed evitano nuove mutazioni. Il vaccino è importante e va fatto, per se stessi e per la comunità».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE