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L'attore Giuseppe Ragone, a destra, in una scena del film "Scordato"

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GIUSEPPE Ragone imita alla perfezione Rocco Papaleo e le parole che il regista lucano gli ha detto per chiedergli di partecipare al suo film, “Scordato”, già campione di incassi nella prima settimana al cinema. Attore 37enne, con la passione per la tromba, e dal 2012 impegnato al cinema, con esordio in “Viva l’Italia” accanto a Raoul Bova, Michele Placido e Rocco Papaleo. Un sorta di segno del destino che 11 anni dopo lo unisce ancora all’attore lucano e che oggi lo porterà a Matera, al cinema Guerrieri alle 18 e alle 19,50 e alle 21,30 al red Carpet dove incontrerà il pubblico materano in occasione della proiezione del film.

Da pochi giorni in sala e già ottimi riscontri. Siete primi tra i film italiani al boxoffice.

«Sembra di sì. I primi due giorni è andata un po’ in sordina poi c’è stato l’exploit che speriamo continui anche nelle prossime settimane».

Il personaggio di Filippo Santarsiero, potentino doc in aperta battaglia con Matera, per lei nativo di Salandra, è stata una prova d’attore riuscita. Le sue parole, spiegando a Rocco Papaleo perché Potenza potrebbe essere la nuova Dubai, con aria condizionata anche in via Pretoria, sono già celebri sui social.

«Mi sono calato in questo ruolo e mi sono informato bene, anche se non conosco molti potentini. In fase di preparazione mi hanno aiutato molto sia Rocco Papaleo che Simone Corbisiero che lo interpreta da giovane. Mi arrivano già screenshot in cui scrivono: “Finalmente uno che ne dice quattro ai materani!”».

Come è nata la proposta per questo film?

«Conoscevo già Rocco Papaleo e un giorno ci siamo incontrati. Lui aveva visto un mio film che si chiama “Gli uomini d’oro” e gli ero piaciuto; mi aveva detto che se ci fosse stato spazio in qualche suo progetto mi avrebbe inserito. Un giorno mi chiamò e mi disse: (la voce di Ragone diventa improvvisamene quella di Papaleo, ndr.): “Senti ho questo ruolo per te; sono poche pose, è un’invettiva contro Matera, una cosa molto interessante”. Il suo amore nei miei confronti è stato talmente forte che mi ha dato la possibilità anche di aggiungere alcune battute e colorire un po’ il mio personaggio. Ci abbiamo lavorato molto insieme, a casa sua per alcune settimane, osservando quello che funzionava e quello che non andava. La famosa espressione “pa pam” è nata proprio così».

Spesso l’idea di cinema in Basilicata è legata alle produzioni che arrivano da altri Paesi, soprattutto dall’estero ma la descrizione attenta e sincera di questa terra è quella di Rocco Papaleo. Dal punto di vista cinematografico, la Basilicata potrebbe dare anche altro?

«Credo che si debba fare un po’ di più per fare emergere nuovi autori e registi lucani che possono raccontare la Basilicata, senza farlo fare a chi viene da fuori. Bisogna trovare nuovi Rocco Papaleo e ne conosco tanti ma bisogna dar loro la possibilità di emergere altrimenti nell’80% dei casi la nostra regione diventa solo un’ottima scenografia. Ci sono autori che hanno scritto opere che spero vedano presto la luce. In alcuni film, a volte, non si dice nemmeno che sono girati in Basilicata ma questi luoghi vengono spacciati per Gerusalemme o altro ancora».

Lei è anche nel cast di Imma Tataranni dove interpreta il giornalista Pino Zazza. I ritmi e lo stile fra tv e cinema sono diversi ma quale elemento unisce i suoi personaggi?

«Mi piace sempre portare un po’ di ironia nei miei ruoli, così come sono nella vita di tutti i giorni. Non esistono personaggi comici o drammatici al 100% ma ci deve essere sempre una componente umana che è proprio rappresentata dal sarcasmo».

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