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La statua di Sant'Agazio portava via da un camion

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GUARDAVALLE – Maggioranza e minoranza del consiglio comunale mettono da parte le divergenze politiche e all’unanimità hanno votato la delibera per la rimozione immediata della statua ubicata davanti alla sede municipale con alla base la scritta “Famiglia Gallace”, che secondo il Procuratore della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, è una delle famiglie più temibili delle cosche di ndrangheta.

La statua del patrono sant’Agazio è stata rimossa ieri mattina dopo la decisione adottata dal consiglio comunale, anche se non è stata donata dai noti Gallace, ma da una famiglia omonima, lontanamente imparentata con gli stessi, per grazia ricevuta. Durante i lavori, solidarietà da tutto il consiglio comunale è arrivata al sindaco Ussia e alla sua famiglia, il quale nel suo intervento ha precisato di non aver mai subito minacce o condizionamenti per l’attività amministrativa. Il sindaco, nel suo intervento ha precisato che adirà le vie legali contro Striscia la notizia e che tutti gli atti amministrativi saranno inviati al Prefetto di Catanzaro.

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Questi alcuni dati salienti emersi dall’assise di Guardavalle. Il consiglio era stato convocato dopo il clamore mediatico della trasmissione televisiva di Canale 5 “Striscia la notizia”. Ussia ha dato lettura di una missiva della famiglia donataria della statua, che abita a Roma. Nella lettera, chiedeva scusa al sindaco per il clamore mediatico negativo involontariamente suscitato, spiega i motivi della donazione e si dichiara disposta a riprendersi la statua. Il sindaco Ussia, nel suo intervento, molto emozionato e scosso, ha ripercorso le vicende relative alla statua, sottolineando che è al suo secondo mandato, e che rifiuta l’etichetta di sindaco mafioso, e che non ha paura.

«La notizia di “Striscia” – ha precisato Ussia – è stata una bomba mediatica, uno spaccato di negatività per la nostra comunità, etichettata come un paese ad alto tasso di mafiosità e soprattutto sottomessa da una famiglia del luogo, che attiva la sua forza su tutti i cittadini ed anche sugli amministratori. Il servizio dell’inviato signor Brumotti, evidenziava proprio questo e mi dispiace che l’On .Wanda Ferro, pur conoscendo la nostra realtà, con il suo intervento inopportuno ha fomentato le polemiche. La invito a venire a Guardavalle». Ussia, inoltre, puntualizza che l’inviato, durante il colloquio, bluffando, esternava che si trovava a Guardavalle per far conoscere le bellezze dei centri storici e gli chiedeva la disponibilità per una intervista. L’inviato dichiarava che durante le riprese televisive riceveva anche tanto affetto e qualche prodotto tipico molto apprezzato. Quanto alla rimozione della statua, «ho cercato di spiegargli che bisognava fare un percorso amministrativo ed un passaggio attraverso il Consiglio. Nella serenità della discussione – prosegue Ussia – e nel clima di scherzosità creato dai presenti, forse sono stato molto ingenuo e sprovveduto nel dire rischio che qualcuno mi spara».

Perciò, preoccupato per il contenuto dell’intervista, Ussia ha contattato immediatamente i consiglieri, la segretaria comunale, il Prefetto di Catanzaro e il comando dei carabinieri di Soverato e Guardavalle. Il sindaco non ha escluso che chi ha chiamato per il servizio aveva l’unico obiettivo di mettere in cattiva luce la sua amministrazione sperando in conseguenze più gravi. «Chi ha fatto questo – ha detto Ussia – alla fine pagherà per il danno d’immagine che ha creato alla nostra comunità, alla mia persona ed alla mia famiglia, che da lunedì sera vive una situazione particolare. Per questo sono stato dal mio avvocato, insieme abbiamo rivisitato il servizio, e abbiamo deciso che ci sono tutte le indicazioni per attivare le procedure a difesa della onorabilità della mia comunità e del sottoscritto».

Nel concludere il suo intervento, Ussia ha ringraziato tutti i cittadini per la vicinanza e le parole di incoraggiamento, i tanti amici sparsi per l’Italia, i tantissimi cittadini di Guardavalle che da ogni luogo hanno inviato messaggi di solidarietà e di sostegno. Ha ringraziato anche i sindaci dell’Unione dei Comuni per la loro vicinanza, e ha assicurato che tutti gli atti del consiglio saranno inviati al Prefetto di Catanzaro, allegando anche la lettera della famiglia che ha donato la statua.

Nel dibattito da segnalare gli interventi dei due consiglieri di minoranza, Tedesco e Purri, l’assenza dei consiglieri Cicino e Montepaone e, per la maggioranza, Menniti Caristo e Campagna. Tutti interventi che hanno evidenziato la gravità del servizio televisivo, la necessità di difendere il consiglio comunale nella sua interezza, di fare fronte comune per far emergere i valori democratici, sociali e umani , emarginare ogni forma di condizionamento e difendere l’immagine del paese, un paese laborioso e di gente onesta.

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