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Vescio e altri volontari della Prociv calabrese

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CATANZARO – Si chiama Tonino Vescio, ha 43 anni, vive a Decollatura, in provincia di Catanzaro, ed è tra i diciassette volontari disponibili a partire, qualora il Dipartimento di Protezione civile nazionale lo richiedesse, per dare aiuto alle popolazioni di Siria e Turchia colpite dal terribile terremoto.

Tra l’altro, già oggi Vescio è in viaggio verso Trieste: proprio qui, nella città del vento e di Saba, parte della delegazione della Prociv regionale si recherà per il trasporto di due container da imbarcare sulla nave diretta nei luoghi della tragedia.

«Ho già operato, in qualità di volontario e di presidente dell’associazione Ners, iscritta all’albo della Protezione civile calabrese, in situazioni di maxi emergenza come questa – dice Vescio – Quando ho saputo del terremoto in Siria e Turchia ho dato subito la mia disponibilità e oggi sì, siamo in viaggio per Trieste  (torneremo il prossimo sabato), in modo da inviare alle popolazioni che hanno perso tutto i due container, con il modulo bagno, i letti, con brande e materassini, le tende gonfiabili che verranno utilizzate come postazioni di soccorso medico e, ancora, i generatori elettrici».

Una vera e propria missione, dunque. Il presidente dell’associazione di Decollatura – che sul territorio in caso di pericolo ed emergenza si occupa di mettere in sicurezza la zona nell’attesa dell’arrivo dei Vigili del Fuoco («Da noi i Vigili più vicini sono quelli di Lamezia, impiegano 40 minuti ad arrivare», dice) ed è pure competente in quello che è l’ambito dell’antincendio boschivo, in collaborazione con Calabria Verde e la Prociv, nonché relativamente alla crisi idrogeologica e alla ricerca di persone “scomparse” sul territorio stesso – non ha dubbi. «È questa la cosa giusta da fare: aiutare – chiosa – e mettere a disposizione la propria esperienza, il proprio know how». Vescio, di fatti, ha partecipato, tra simulazioni («L’ultima quella a Bova Marina», dichiara) e non, «ad almeno cinque campi».

«Sono stato a L’Aquila, dopo il terremoto del 2009, e forse proprio lì, dandomi da fare, in mezzo a gente che aveva davvero perduto ogni cosa, mi sono reso conto – dice il presidente di Ners (Nucleo emergenze Reventino Savuto) – di quanto essere solidali coi più fragili arricchisca e faccia crescere». C’è da dire, d’altronde, che l’attività di Vescio e degli altri volontari disponibili a partire e ad andare nei luoghi della tragedia è svolta a titolo gratuito. «Non è un sacrificio – continua Tonino Vescio – Si tratta di una scelta: recarsi nei luoghi da cui tutti scappano, persino i topi, è una cosa che ti senti o non ti senti. Ma soprattutto serve competenza, bisogna – spiega – sapersi muovere».

A Vescio, in ultimo, chiediamo, cosa si aspetta, al di là di Trieste, qualora dovesse effettivamente partire per i luoghi del terremoto dello scorso 6 febbraio. «La situazione possiamo tutti comprenderla, in tv vediamo immagini raccapriccianti quotidianamente – risponde – Non sarà facile ma, dando il nostro aiuto tecnico (dalla cucina alla manutenzione del campo), spero realmente di non far mancare niente a queste persone. E no – continua a rispondere Vescio – non ho paura, così come non ce l’hanno la mia compagna, sociologa della Prociv, e i miei figli, che rimarranno a casa e che mi auguro un giorno possano scegliere la strada della solidarietà così come ho fatto io».

IN VIAGGIO VERSO TRIESTE TRASPORTANDO AIUTI E SPERANZA

In viaggio verso Trieste. Si mette in cammino oggi parte della  delegazione della Protezione civile calabrese, messa su per l’emergenza terremoto in Siria e Turchia. Una partenza  che ha per l’appunto come “approdo” il capoluogo friulano e non, almeno per adesso, le zone devastate dal sisma verificatosi nella notte tra il 5 e il 6 febbraio scorsi.

La delegazione ha, infatti, dato la propria disponibilità a raggiungere le popolazioni colpite qualora ce ne fosse bisogno. Per ora, tuttavia, quanto richiesto dal Dipartimento nazionale della Prociv è non a caso il trasporto di due container che, una volta giunti a Trieste, da qui partiranno per Siria e Turchia.

 Più in particolare, i container “calabresi”, sono necessari a contenere il modulo bagno, i generatori elettrici, le tende gonfiabili, i letti.

Ma, in linea generale, Regione e Prociv hanno messo a disposizione, tra le altre cose e come già ampiamente annunciato, anche una cucina da campo in grado di sfornare mille pasti all’ora.

 Una vera e propria catena di solidarietà e generosità, che non ha confini geografici o territoriali e che, nel caso dei diciassette volontari della delegazione (si rimanda all’intervista di cui sopra), è assolutamente spontanea, gratuita.

Per completezza c’è, inoltre, da dire che la delegazione in questione è composta, oltre che dai già citati volontari, anche da tre funzionari regionali.

 Sempre qualora partissero, tutti questi uomini, per i luoghi della tragedia, vi risiederebbero solo per sette-dieci giorni: è, infatti, in programma, come da protocollo in queste situazioni, un ricambio, una turnazione di “aiuti” e soccorritori.

Quotidiane poi – fanno sapere dalla Protezione civile calabrese – le riunioni col Dipartimento nazionale e le altre regioni di Italia, le ulteriori amministrazioni: riunioni in cui viene fatto il punto della situazione  su quanto sta avvenendo e soprattutto su quanto serve in termini, non a caso, di aiuti materiali, pratici, concreti.

L’ultima volta che una delegazione di questo tipo dalla Calabria è partita per dare una mano a popolazioni ritrovatesi tutto d’un tratto in emergenza a causa di un evento estremo è stato – fanno sempre sapere dalla Prociv regionale – per i terremoti del centro Italia.

Disponibilità era stata data, sempre dagli uomini della Protezione civile regionale, per la frana che ha stravolto Ischia pochi mesi fa ma, a partire, in base a quanto deciso a livello nazionale, sono stati i volontari, gli operatori e i funzionari più vicini, geograficamente s’intende, al dramma.

La Calabria, a ogni modo, c’è. E, ancora una volta, mostra e sta mostrando il suo volto più generoso e più umano.

 Quello che, in definitiva, non risulta affatto indifferente davanti alle cose del mondo, a quanto di brutto accade e si ripete, ma va avanti: la Calabria va là dove i fatti si manifestano nella loro tragicità e dà testimonianza del suo spirito solidale.

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