X
<
>

La conferenza stampa dell'operazione Jackal

Condividi:
3 minuti per la lettura

CATANZARO – Furto aggravato, port e detenzione di armi, ricettazione, riciclaggio ed estorsione. Queste le accuse con cui la Polizia di Stato di Catanzaro con l’ausilio di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine “Calabria Centrale” di Vibo Valentia, ha proceduto all’esecuzione di 6 ordinanze di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione “The Jackal”. Ad esssere destinatari delle ordinanze sono 6 pregiudicati catanzaresi ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati in questione.

Le attività investigative condotte dalla Squadra Mobile alle direttive di Nino De Santis, coordinate dal Procuratore Aggiunto Giovanni Bombardieri e dal pubblico ministero Vito Valerio, con la supervisione del Procuratore Capo Nicola Gratteri, hanno consentito di accertare l’esistenza di un gruppo di soggetti che si sono resi responsabili della consumazione di delitti in materia di armi, nonché di furti di ogni specie di beni, con particolare predilezione per le autovetture, destinate ad essere oggetto e strumento di pretese estorsive.

[editor_embed_node type=”photogallery”]75999[/editor_embed_node]

In tale contesto, è stata accertata la responsabilità di alcuni dei soggetti oggi colpiti dal provvedimento cautelare in ordine ad un episodio, risalente al dicembre del 2014, in cui i malviventi si introdussero in un’abitazione di Catanzaro, sottraendo numerose armi custodite dal proprietario in una cassaforte. È emerso inoltre che gli indagati spesso costringevano i proprietari delle autovetture rubate a sborsare un “riscatto” per tornare in possesso del veicolo di cui erano stati spogliati, il cosiddetto “cavallo di ritorno”, e che gestivano un fiorente commercio di quanto rubato che via via provvedevano a “piazzare” presso incauti o poco scrupolosi acquirenti.

Minori addestrati per i furti

Le indagini hanno permesso di appurare che la banda addestrava minorenni per compiere furti, programmava ogni giornata con il solo obiettivo di delinquere e usavano un linguaggio sprezzante rispetto alle vittime di scippi. Nella ricostruzione del loro profilo criminale, il capo della squadra Mobile di Catanzaro, Nino De Santis, nel corso della conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche il vice Angelo Paduano e Costantino Belvedere il rappresentanza della squadra Narcotici che ha partecipato all’operazione, ha evidenziato diversi aspetti definiti “allarmanti”.

Come nel caso delle intercettazioni ambientali nelle quali alcuni dei protagonisti rivolgevano consigli a bambini di circa dieci anni, ai quali insegnavano come comportarsi nei furti. Piccoli episodi e oggetti di poco valore, quasi come se servisse a “formare” il malvivente del futuro.

In una di queste intercettazioni, i minorenni erano stati mandati in un supermercato, ma non prima di avere illustrato loro piccoli strategemmi per sfuggire alle telecamere di videosorveglianza. Al ritorno dei piccoli con la refurtiva, poi, una delle donne presenti in auto faceva notare, con rammarico, che uno dei bambini aveva rubato solo merendine, anziché prodotti di valore, merce sicuramente più apprezzata dai piccoli.

 La violenza negli scippi

Disprezzo e arroganza caratterizzano, invece, alcune intercettazioni relative agli scippi, con Stefano Bevilacqua, uno dei soggetti coinvolti nel blitz, che racconta uno degli ultimi “colpi” senza sapere di essere intercettato: “Allo scippo lo stavo ammazzando…in mezzo alla strada camminava”, dice ai suoi interlocutori. Uno dei quali replica: “…dovevi andarle addosso invece, come quella con il Liberty quando le abbiamo fatto lo scippo…”. Ed ancora: “Bello quello scippo – risponde Bevilacqua – 2.600 euro abbiamo preso”. Nessun pentimento, né rispettto per le vittime dei loro reati, dunque.

«È stato individuato un gruppo di soggetti che quotidianamente discutevano della programmazione, esecuzione e messa a profitto di una serie di reati da commettere nel capoluogo – ha dichiarato il capo della Squadra Mobile De Santis –  prevalentemente contro il patrimonio. Abbiamo fatto luce su un vero e proprio catalogo di reati predatori, con un sistema di vita da parte dei responsabili. Le indagini sono partite dopo il furto in un’abitazione avvenuto a dicembre 2014, quando a casa di un anziano furono rubate diverse armi da un armadio blindato».

LE ORDINANZE ESEGUITE

Sono stati arrestati in carcere:

  1. Alessandro Bevilacqua, 32 anni
  2. Stefano Bevilacqua, 30 anni
  3. Elio Pirroncello, 25 anni

È stato disposto l’obbligo di firma per:

  1. Francesco Martino, 47 anni
  2. Antonio Passalacqua, 43 anni
  3. Annunziata Passalacqua, 51 anni

Sono, infine, indagati a piede libero

  1. Emilio Damiano Martino, 20 anni
  2. Mariano Damiano Bevilacqua, 47 anni
  3. Martino Andrea Sirelli, 39 anni
  4. Davide Bevilacqua, 33anni
  5. Carlo Greco, 56 anni
Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE