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La panetteria di Lamezia Terme distrutta dall'esplosione

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L’atto incendiario era avvenuto lo scorso 31 marzo

LAMEZIA TERME – Sono state arrestate due persone a Lamezia Terme con l’accusa di essere i responsabili dell’attentato alla panetteria avvenuto lo scorso 31 marzo (LEGGI LA NOTIZIA). Si tratta di Davide Belville, di 22 anni, e di Francesco Gigliotti di 28 anni (nella foto).

La svolta nelle indagini è avvenuta quando gli inquirenti sono venuti in possesso delle riprese della videosorveglianza presenti sul posto (GUARDA IL VIDEO CON IL MOMENTO DELL’ESPLOSIONE) e si è così risaliti ai responsabili (LEGGI LA NOTIZIA).

IL VIDEO – L’ESPLOSIONE E IL MOMENTO DELL’ARRESTO

Diversi sono stati i danni arrecati all’esercizio commerciale e alle auto lasciate in sosta ad esso vicine (GUARDA IL VIDEO).

Le due persone arrestate sarebbero anche responsabili di una rapina avvenuta nei giorni scorsi sempre a Lamezia Terme ai danni di una donna anziana pesantemente malmenata.

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Appresa la notizia degli arresti, Fabio Angotti uno dei fratelli titolari della panetteria ha commentato: «Un bel buongiorno per noi è la città».

«Pur nel doveroso rispetto del principio di innocenza, non può non manifestarsi il più grande compiacimento per la celerità delle indagini e per la pronta risposta fornita dallo Stato al nostro territorio – è stato invece il commento del sindaco della città Paolo Mascaro – è questa l’ulteriore conferma del grande lavoro che le forze dell’ordine e la magistratura stanno quotidianamente portando avanti nella nostra città e non posso non ringraziare, a nome dell’intera collettività, quanti stanno incessantemente destinando ogni loro energia a contrastare i fenomeni criminali. A Lamezia oramai non vi è più spazio per chi delinque e per chi crede di poter ancora far ripiombare il territorio nella barbarie e nello sconforto. Ancora una volta, si è dimostrato che Lamezia è pronta a reagire e che Lamezia sa isolare vigliacchi, delinquenti e violent. Basta criminalità e violenza nella nostra terra».

GUARDA IL VIDEO CON IL COMMENTO DEGLI INQUIRENTI

La deflagrazione dell’ordigno poteva trasformarsi in una strage. Ne sono convinti gli inquirenti. In conferenza stampa Catanzaro il procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Curcio ed il procuratore aggiunto di Catanzaro Giovanni Bombardieri, il questore Amalia Di Ruocco, il capo della Squadra Mobile Antonino De Santis, il vice Angelo Paduano e il vicequestore, dirigente del commissariato lametino Antonio Borelli, hanno rimarcato la gravita dell’accaduto. Belville e Gigliotti, il 10 marzo, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbero rapinato e malmenato un’anziana di 82 anni. E ad incastrarli sarebbe stata proprio un’impronta repertata dalla polizia scientifica in quella circostanza. Le attività tecniche scaturite da quell’episodio hanno poi consentito agli inquirenti di acquisire significativi elementi in ordine al coinvolgimento dei due nell’attentato dinamitardo perpetrato successivamente alla panetteria «Il Fornaio». Ripercorrendo a ritroso, grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza di alcuni esercizi commerciali il percorso fatto dai due giovani, si è potuta stabilire la loro responsabilità nell’attentato. Le indagini vanno avanti e ai due viene contestata l’aggravante di aver agito con modalità mafiose e con il fine di agevolare l’attività di una delle cosche operanti a Lamezia. «I due – ha detto Bombardieri – hanno agito senza alcuna preoccupazione dell’incolumità pubblica. Poco prima dell’esplosione su quel marciapiede erano passati quattro ragazzi. Se la bomba, di eccezionale potenziale, fosse esplosa in quel momento il bilancio sarebbe stato pesantissimo». «Solo per puro caso – ha sostenuto il procuratore Curcio – non ci sono state conseguenze peggiori. Chiunque poteva rimanere coinvolto». 

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