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Il sequestro della sede

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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Fondi comunitari destinati alla Fondazione “Calabresi nel mondo”, ente in house della Regione Calabria, distratti per altri usi. Per questo motivo, i carabinieri del Nucleo investigativo di Catanzaro hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo per equivalente emesso dal gip del tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale procura della Repubblica.

TUTTI I NOMI DEGLI ASSUNTI: DA DESTRA A SINISTRA

Contestualmente sono stati notificati tre avvisi di garanzia nei confronti di persone ritenute responsabili, a vario titolo, di abuso d’ufficio, falsità ideologica e peculato. le indagini, che si inquadrano nell’ambito dell’attività volta al contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione. Tra di loro c’è anche l’ex parlamentare Giuseppe Galati, non eletto nell’ultima competizione elettorale. Per lui era stato chiesto l’arresto quando ricopriva ancora la carica di deputato.

Le indagini hanno evidenziato una distrazione di fondi comunitari destinati alla fondazione, ente in house sottoposto a procedura di liquidazione. Tra le contestazioni anche l’illecita locazione di un locale avente sede a Roma. 

I nomi degli indagati

Sono tre gli indagati nell’inchiesta dei carabinieri. Oltre al presidente della fondazione, l’ex parlamentare Giuseppe Galati, 57 anni, presidente della stessa fondazione, ci sono anche Giuseppe Antonio Bianco, 67 anni, ex segretario della fondazione nonché per alcuni anni dirigente ad interim del settore Affari generali della Presidenza della Regione e direttore generale, e Mariangela Cairo, 48 anni, segretario generale della fondazione “I Sud del mondo” e collaboratrice della fondazione “Calabresi nel mondo”.

Galati è stato eletto deputato nella lista del Popolo delle libertà, per transitare poi nel gruppo Noi con l’Italia. Alle sue spalle una lunga carriera politica con quattro legislature da deputato.

L’inchiesta ha evidenziato una gestione “clientelare” delle assunzioni, con la paventata violazione delle norme in materia, ma anche la violazione dello Statuto della fondazione, nella parte in cui prevedeva la gratuità degli incarichi di presidente, senza il vaglio della Giunta regionale. Un terzo aspetto delle indagini riguarda il rapporto tra le due fondazioni interessate da indagini; “Calabresi nel mondo” e “I Sud del mondo”, con Galati che è stato presidente di entrambe.

Il sequestro beni

Ammontano a 210.448,68 euro i beni sequestrati nell’ambito dell’inchiesta dei carabinieri del Nucleo investigativo di Catanzaro per la presunta indebita gestione dei fondi nell’associazione “Calabresi nel mondo”, società “in house” della Regione Calabria ora in liquidazione.

Il giudice per le indagini preliminari Teresa Guerrieri non ha, infatti, accolto in toto la richiesta presentata dalla Procura della Repubblica che aveva chiesto un sequestro per un importo di 1.211.433,82 euro nei confronti dei tre indagati.

Il Gip ha accolto il sequestro solo per gli importi relativi a 200.469,08 euro per somme corrisposte a Galati e Bianco e che non avrebbero dovuto essere pagate, e 9.979,60 euro che è la parte che riguarda la fittizia collaborazione con l’associazione “I Sud del mondo” rispetto all’affitto di una sede a Roma. Non sono stati sequestrati, invece, i fondi pari a 1.000.985,14 euro che riguardano le retribuzioni pagate a venticinque dipendenti assunti “per mero favoritismo”, come evidenziato nel provvedimento.

Dalle assunzioni ai soldi intascati

Dalle indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Catanzaro con il coordinamento della Procura della Repubblica di Catanzaro, sarebbe emerso che i tre avrebbero distratto fondi comunitari Por destinati alla fondazione. In particolare, Galati è accusato di avere assunto un considerevole numero di collaboratori a soli “fini clientelari» come scrive il gip, «per mantenere ed incrementare il proprio bacino elettorale» simulando il loro impiego nella Struttura operativa interna, la cui nomina era affidata alla scelta fiduciaria del presidente, ma impiegandoli in realtà in progetti finanziati con fondi comunitari.

Al riguardo la Procura aveva chiesto il sequestro a Galati di beni per un importo di oltre un milione, la cifra indicata come danno per la Regione. Richiesta che è stata però rigettata. Il gip, invece, ha accolto la richiesta di sequestro beni in relazione a somme che Galati e Bianco avrebbero percepito illecitamente (141 mila euro Galati e 62 mila Bianco) attribuendosi incarichi per figure professionali non necessarie alla Fondazione. Galati e Mariangela Cairo, infine, sono indagati per l’affitto a Roma di un locale.

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