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L'ex assessore e vicepresidente del Consiglio Giuseppe Gentile

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CATANZARO – Si chiude la fase preliminare del procedimento giudiziario a carico dell’attuale vice presidente del Consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Gentile (Ncd), che è stato rinviato a giudizio nell’ambito di una inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro sulle presunte irregolarità nel bando della Regione per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale. (LEGGI LA NOTIZIA DELL’AVVIO DELL’INDAGINI E I DETTAGLI DELL’INCHIESTA)

Il processo in questione vede Gentile imputato in qualità di assessore regionale ai Lavori pubblici nella precedente giunta di centrodestra guidata dal Governatore Giuseppe Scopelliti (LEGGI LA NOTIZIA SULLA SUA ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI). Insieme a lui il giudice per l’udienza preliminare, Pietro Carè, ha mandato a processo anche i dirigenti regionali Giovanni Laganà, Domenico Pallaria, Filippo Arillotta e Antonio Capristo (quest’ultimo prosciolto per quattro capi di imputazione).

Il gup ha, invece, deciso per il non luogo a procedere nei confronti di William Grimoli, Giovanni Pianini, Fiore Cava, Antonio Tallarico, Bina Sprovieri e Giuseppe Chimenti.

I sostituti procuratori Domenico Guarascio e Fabiana Rapino avevano contestato varie ipotesi di abuso d’ufficio e falso ideologico in atto pubblico con riguardo all’annullamento del bando per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale da offrire in locazione o in proprietà effettuato nel periodo in cui Gentile era assessore ai Lavori pubblici. 

LEGGI LA NOTIZIA SULLA RICHIESTA DI RINVIO A GIUDIZIO

Per il bando annullato, emanato dalla precedente giunta regionale, era stata già pubblicata una graduatoria dei beneficiari. La successiva integrazione, che modificò l’esito del primo bando, procurò, secondo l’accusa, «un ingiusto vantaggio patrimoniale a talune imprese cooperative concorrenti».

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