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Giudici della Corte di Cassazione

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LAMEZIA TERME – Arriva all’epilogo il “caso” Ventura, l’ex carabiniere e fotografo ucciso per aver fatto il suo dovere da Carabiniere. La Cassazione, infatti, ha confermato 30 anni di carcere per il mandante dell’omicidio dell’ex carabiniere e fotografo Gennaro Ventura, che resta quindi vittima del dovere.

Domenico “Mimmo” Cannizzaro è il mandante dell’omicidio, così come sentenziò anche la Corte d’Assise (a maggio 2017) e d’Appello (febbraio 2019) che condannò Cannizzaro anche al risarcimento dei danni alle parti civili (i familiari di Ventura). 

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Dopo il killer (il collaboratore di giustizia Gennaro Pulice, condannato definitivamente a 7 anni e 8 mesi in appello, una sentenza che ha amareggiato molto i familiari di Ventura) arriva anche la condanna definitiva per il mandante, indicato da Gennaro Pulice, collaboratore di giustizia, che rivelò di essere stato lui il killer di Ventura su mandato di Cannizzaro. 

Due collaboratori di giustizia, come si ricorderà, fecero riaprire il caso Ventura fino all’arresto di Antonio Domenico Cannizzaro, detto Mimmo, 53 anni, che finì a processo insieme a chi si autoaccusò di aver ucciso il fotografo ed ex carabiniere Gennaro Ventura.  Oltre a Pulice, diede un contributo alle indagini anche Pietropaolo Stranges, collaboratore di giustizia da gennaio 2014, ex cognato di Cannizzaro. 

La svolta alle indagini a luglio 2015 (dopo un primo procedimento archiviato) dopo le rivelazioni di Gennaro Pulice (e prima ancora di Stranges) che a quasi 20 anni dall’omicidio rivelò il presunto mandante e il movente, indicando Cannizzaro che avrebbe ordinato l’eliminazione di Ventura per vendetta poiché – secondo le accuse – la vittima da carabiniere in servizio a Tivoli, fece arrestare e condannare (per una rapina di un quantitativo di droga da un laboratorio di un perito chimico a Roma), Raffaele Rao, cugino di Cannizzaro.

Ventura fu ucciso il 16 dicembre del 1996 e i resti furono ritrovati il 25 aprile 2008 in un vecchio casolare isolato di campagna in una cisterna sotto il pavimento utilizzato per la vendemmia. Pulice portò Ventura nel luogo del delitto con la scusa di un servizio fotografico, uccidendolo con un colpo di pistola in testa.

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