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La corte d'Appello di Catanzaro

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LAMEZIA TERME – Accusati dell’omicidio del boss Antonio Torcasio ucciso diciotto anni fa davanti il commissariato dopo aver firmato il registro dei sorvegliati speciali, Angelo Anzalone e Vincenzo Torcasio alias “u giapponi” tornano liberi.

Per i due, dopo che hanno ottenuto a ottobre scorso l’annullamento con rinvio delle pesanti condanne per l’accusa di omicidio, la Corte d’Appello ha disposto la scarcerazione in attesa del processo bis disposto dalla Cassazione.

Sono, infatti, stati completamente rimessi in libertà Angelo Anzalone e Vincenzo Torcasio.

La Corte d’Appello ha, infatti, accolto integralmente le deduzioni difensive dei legali degli imputati, gli avvocati Antonio Larussa per Anzalone e Larussa e Francesco Gambardella per Torcasio.

Anzalone e Torcasio erano stati condannati dal gup in primo grado al processo con il rito abbreviato Andromeda (febbraio 2017) all’ergastolo Anzalone e alla pena di 30 anni Torcasio per concorso nell’omicidio di Antonio Torcasio e per associazione mafiosa.

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In appello (luglio 2018) era stata confermata la condanna all’ergastolo per Anzalone, mentre era stata ridotta la pena da 30 a 16 anni di reclusione per Vincenzo Torcasio. Nell’ottobre del 2020, la Corte di Cassazione aveva annullato la condanna di entrambi per il solo reato di omicidio e aveva rinviato per il nuovo giudizio in Corte d’appello in diversa composizione, che, ora, a disposto la revoca della misura in carcere fissando il processo d’appello – bis per l’accusa di omicidio il 31 maggio prossimo.

Come si ricorderà, per i capi del clan Iannazzo – Cannizzaro – Daponte le condanne (per gli imputati che scelsero e ottennero il rito abbreviato) sono state confermate dalla Cassazione, per alcune posizioni i giudici della Corte Suprema hanno riformato la sentenza del processo “Andromeda” contro le cosche federate Iannazzo – Cannizzaro -Daponte.

La Dda, ai 34 imputati del processo con l’abbreviato, ha contestato, a vario titolo, l’associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsioni, armi e per alcuni imprenditori concorso esterno in associazione mafiosa, mentre altri tre imputati (Alfredo e Bruno Gagliardi e, appunto, Angelo Anzalone) sono stati accusati di concorso in due omicidi e un tentato omicidio, commessi nell’ambito della guerra di mafia fra i Torcasio ed i Cannizzaro (quelli di Antonio Torcasio, di cui è anche accusato di aver avuto il ruolo di “specchietto” Vincenzo Torcasio “u giapponi”, avvenuto a maggio del 2003 davanti il commissariato, e di Vincenzo Torcasio avvenuto il 23 luglio 2003 a Falerna”, quando rimase ferito Vincenzo Curcio).

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