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Un medico

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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Avrebbe dovuto “assistere” i suoi pazienti per almeno 15 ore settimanali. Ma nel suo studio di medico di base sarebbe stato presente per circa un’ora al giorno. A “sostituirlo” la sua segretaria che avrebbe anche prescritto farmaci ed esami con la firma del medico. E nello stesso studio sarebbero stati emessi certificati medici per alcuni pazienti attestanti malattie al fine di assentarsi dal lavoro.

Per queste accuse Ugo De Sarro, 66 anni, medico di famiglia, e la sua segretaria, Giulia Scalise, 42 anni, sono stati rinviati a giudizio (processo al via il 16 marzo 2020) dal gip Luana Loscanna, mentre escono di scena con il proscioglimento (per lo era stato ipotizzato il reato di truffa aggrava) un insegnante al liceo Campanella di Lamezia e due medici, uno in servizio al Centro di salute mentale dell’Asp e altro nel reparto endoscopia dell’ospedale di Lamezia (Sante Giovanni Pontillo, 57 anni; Salvatore Di Cello, 66 anni; Aldo Schicchi 57 anni, e due dipendenti di un call center, Franceschina Torcasio, 37 anni, e Roberto Florean, 46 anni).

A febbraio 2019 la Procura della Repubblica aveva spedito i finanzieri dagli indagati per la notifica dell’avviso conclusioni delle indagini avviate nel 2017 dal Nucleo mobile della Guardia di finanza del Gruppo di Lamezia terme.

Indagini che erano state originariamente mirate nei confronti del dottor Ugo De Sarro, sospettato di assentarsi in maniera ingiustificata dal proprio ambulatorio in violazione degli obblighi derivanti dall’incarico conferitogli in convenzione dall’Asp di Catanzaro, in base al quale avrebbe dovuto garantire la sua presenza in studio almeno per 15 ore settimanali.

I finanzieri, invece, avrebbero riscontrato che lo stesso si sarebbe assentato quotidianamente garantendo la sua presenza in studio presenza soltanto per circa un’ora al giorno. Nei periodi di “assenteismo” del medico, i suoi assistiti – secondo le indagini eseguite anche tramite intercettazioni – sarebbero stati ricevuti presso il suo studio dalla segretaria, la quale, nonostante sprovvista dei requisiti previsti dalla legge per l’esercizio della professione, avrebbe prescritto farmaci, esami clinici e altri atti di competenza del medico, apponendo sugli stessi la firma apocrifa del titolare dell’ambulatorio.

E nel corso delle investigazioni, inoltre, è emerso che gli altri cinque indagati ora prosciolti, stando alla ricostruzione investigativa della finanza, si sarebbero rivolti a De Sarro per ottenere false certificazioni attestanti uno stato di malattia non veritiero, al fine di assentarsi fraudolentemente dal proprio impiego. Analoga condotta ritenuta illecita, avallata da De Sarro e dalla propria segretaria, sarebbe stata tenuta da due dipendenti di un’azienda privata.

A De Sarro vengono contestati i reati di truffa aggravata, interruzione di pubblico servizio e falso; alla segretaria l’esercizio abusivo della professione medica e falso in concorso con il medico di base.

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