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Il tribunale di Lamezia Terme

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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Tre condanne e tre assoluzioni. Questo il pronunciamento del gup di Catanzaro, Logozzo, nei confronti di sei imputati per i quali si è celebrato il processo di primo grado con il rito abbreviato per l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (in particolare cocaina a fiumi per clienti “eccellenti” secondo quando emerse delle intercettazioni telefoniche in cui la cocaina nei colloqui veniva chiamata a volte “panini”, altre volte “tennents” così come “cioccolatini”.

Sono stati assolti: Gianluca Giovanni “Luca” Notarianni, 29 anni (il pm aveva chiesto la condanna alla pena di 18 anni); Luigi Leone, 38 anni, (chiesta condanna a 10 anni) e Fabio Vescio, 25 anni (difeso dall’avvocato Sergio Vescio) per il quale era stata chiesta la condanna a 9 anni e 4 mesi di carcere.

Sono stati invece condannati: Giuseppe Costanzo, 46 anni, pena di 5 anni e 10 mesi (richiesta pm 12 anni); Esterino Tropea, 42 anni, pena di 4 anni e 5 mesi (richiesta 8 anni e 8 mesi (richiesta), Simona Cosentino, 38 anni, pena di 4 anni e 6 mesi e assolta per un altro capo (richiesta 8 anni).

Il processo scaturisce da un filone d’indagine successivo all’operazione «Filo rosso» di giugno 2017 le cui indagini furono condotte dalla Squadra mobile e dal commissariato di Lamezia e coordinate dalla Dda contro un clan emergente che fecero emergere diversi episodi estorsivi (tentati e consumati) nonché spaccio di droga (per questa imputazione il gup escluse l’aggravante mafiosa).

Un nuovo gruppo criminale, insomma, che avrebbe “rigenerato” la cosca Giampà con nuovi e vecchi affiliati e con vari “picciotti”. Un nuovo gruppo che sarebbe stato capeggiato da Luca Notarianni (figlio di Aldo, boss ergastolano) dal cugino Pasquale Notarianni e da Saverio Giampà, che avrebbero impartito disposizioni e assunto decisioni. Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, numerose estorsioni a carico di esercizi commerciali ed imprenditori, nonché di atti intimidatori e numerosi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti.

La Corte d’Appello di Catanzaro, per il processo “Filo rosso”, a ottobre 2020 ha confermato nove condanne (con qualche modifica nelle pene)  pronunciando anche l’assoluzione per uno degli imputati. In appello era stata rideterminata la pena a 16 anni, 2 mesi e 20 giorni per Gianluca Giovanni “Luca” Notarianni.

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