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La protesta alla Cittadella regionale

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CATANZARO – Ancora mezzi agricoli in Cittadella Regionale, ancora proteste da un comparto in estrema difficoltà. Questa volta sono circa 50 camion e quasi 500 persone tra agricoltori, operai e proprietari forestali provenienti da tutte le province calabresi a manifestare a Catanzaro, sotto la sede della Regione, denunciando il blocco totale di tutte le attività forestali e la sordità dell’amministrazione regionale.

«Tutto è cominciato dal 28 febbraio scorso quando la Giunta regionale ha recepito, con apposta delibera, le linee guida nazionali sancendo che per poter procedere a qualsiasi tipo di attività selvicolturale è necessaria la Valutazione di incidenza ambientale», hanno spiegato Giuseppe Mangone e Giovanbattista Benincasa, rispettivamente presidenti delle associazioni ANPA-Liberi Agricoltori Calabria e Confcoltivatori, che ieri hanno guidato i manifestanti.

«Presso il dipartimento forestazione – hanno continuato – da quasi 10 anni sono giacenti più o meno 300 piani di gestione», da cui ne deriverebbe un congelamento di «90 mila ettari di boschi, che trasformati in soldoni corrispondono alla modica cifra di circa 27 milioni di euro». L’obbligo di VINCA, la Valutazione di incidenza ambientale, come meglio puntualizzato da Giovambattista Benincasa, significa per le imprese della forestazione non solo oneri più alti per la presentazione dei progetti ma anche e forse soprattutto tempi della burocrazia dilatati con «il rilascio dei nulla osta che già mediamente arriva in circa 8-12 mesi, che si raddoppiano, se non triplicano, a fronte dell’inserimento della VINCA».

Le ditte boschive, alla luce della situazione di stallo instauratasi, rischiano pertanto il collasso. «Stiamo parlando – ha aggiunto Benincasa – di 900 ditte regolarmente iscritte con una media di 30/40 dipendenti ciascuna, quindi migliaia di persone da mettere in cassa integrazione nella totale indifferenza della Regione». Imprenditori e operai sono alla disperazione – e lo si nota dalla rabbia manifestata ieri e dal lungo tragitto percorso da alcuni di loro per partecipare al sit-in – per cui, ha chiarito Benincasa, «o la situazione si sblocca o non ci fermeremo a oggi (ieri, ndr.) e continueremo con i sit-in nelle prefetture delle province».

La proposta avanzata è quella di prendere spunto dal modello della Regione Toscana ma l’approvazione dei piani di gestione, ha concluso, «è la condicio sine qua non per poter partire con le trattative, perché è una vergogna che in 10 anni non ne sia stato approvato neanche uno e la Calabria non può permettersi un blackout in un settore come questo in cui girano milioni di euro all’anno». E al fianco dei forestali sono tornati a protestare per le proprie vertenze anche gli agricoltori calabresi. «Siamo qui per portare le nostre rivendicazioni di carattere nazionale, per le quali vogliamo essere rappresentati, ma anche quelle direttamente affrontabili dalla Regione come i costi di produzione, in maniera particolare quello dei carburanti, ma anche le questioni dell’invasione dei cinghiali e dei prezzi all’origine troppo bassi», ha dichiarato Rosa Critelli, dirigente di Anpa-Liberi Agricoltori.

A oggi, ha infatti spiegato, «i consumatori pagano un prezzo alto ma noi agricoltori riceviamo prezzi bassissimi; basti pensare che il latte ci viene pagato 40 centesimi al litro, il grano a 15 euro per quintale e gli agrumi appena 10 centesimi al Kg». Risulta infine soddisfatta la richiesta di un colloquio con l’Assessore all’Agricoltura, Risorse agroalimentari e Forestazione, Gianluca Gallo. Al termine del colloquio, come riferito ancora da Rosa Critelli, la delegazione ha ottenuto  l’apertura al dialogo da parte dell’Assessorato e una proposta: «Quella di formare un comitato permanente tra ditte boschive, proprietari, liberi agricoltori e assessorato per concordare le prossime mosse e non commettere errori».

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