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La dottoressa Laurie Lynn Carelli

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CATANZARO – «La progressione dei laboratori nel mondo della sanità è evidente nel loro rilievo attuale all’interno degli ospedali, dove si è passati dall’essere collocati in un corridoio angusto all’essere una struttura complessa». Con questa affermazione della dottoressa Laurie Lynn Carelli, biologa, si può racchiudere il senso precipuo della giornata di studio e di lectio magistralis che si è tenuta nella giornata di ieri al Grand Hotel Paradiso di Catanzaro Lido.

Il convegno dal titolo “Qualità e nuove tecnologie: il ruolo centrale della medicina di laboratorio nel sistema sanitario” è stato organizzato dalla Direzione Regionale Calabria dell’Ordine nazionale dei biologi. Sono diversi gli interventi che si sono alternati nel corso di una lunga giornata, suddivisa in tre segmenti, con un minimo comune denominatore.

Tutti gli intervenuti hanno rimarcato l’importanza della medicina di laboratorio. A prescindere dal taglio di ciascun intervento, dunque, il fil rouge che è emerso mette nero su bianco il rilievo dei laboratoristi. Dopo i saluti dei dottori Pietro Miraglia, vicepresidente dell’ordine, Eduardo Lamberti Castronuovo, commissario straordinario per la Calabria dell’ordine e Franco Scicchitano, consigliere nazionale dell’ordine la parola è passata a Piero Aiello.

L’intervento del senatore – nonché direttore del controllo gestione dell’Azienda ospedaliero universitaria “Mater Domini” di Catanzaro – ha messo al centro la necessità di conoscere le peculiarità della medicina di laboratorio, che a suo dire produce una «influenza positiva sull’intero sistema sanitario». Aiello ha esposto la sua visione, spiegando come sia ineludibile «trovare la capacità di proporre. Formazione e digitalizzazione devono essere al centro di questo sistema».

Non sono state risparmiate critiche al commissariamento della sanità calabrese, definito “un’esperienza fallimentare” e messo in mano «a gente che non conosceva il territorio».

Per Aiello «il commissariamento ha peggiorato la qualità delle prestazioni, aumentando il disavanzo. Guardo con attenzione a questo nuovo corso, pare che il Presidente Occhiuto abbia la voglia di cambiare molto».

Un lungo excursus sull’evoluzione del laboratorio clinico tra passato, presente e futuro è stato conferito agli ascoltatori dal dottor Salvatore Vaccarella, delegato della Società italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica (SIBioC). Il dottor Vaccarella, per anni direttore del Laboratorio dell’Annunziata di Cosenza, ha ripercorso i progressi fatti negli anni dai laboratori, soffermandosi in particolare sul ruolo della semeiotica. «Il tecnico di laboratorio – ha spiegato – oggi deve avere molta più competenza e responsabilità, serve un grado più intenso di preparazione».

L’ultimo intervento del primo spezzone è stato proprio quello della biologa Laurie Lynn Carelli, laboratorista e membra del consiglio nazionale dei biologi, che oggi lavora in un laboratorio privato. «Oggigiorno – ha affermato Carelli – anche i laboratori privati hanno un’importanza centrale. Questi comprendono sia i laboratori di base che quelli specialistici che sono arrivati ad occuparsi anche di ormoni o marcatori tumorali, per citare qualcosa».

L’intervento di Carelli ha poi fatto il focus sui livelli di automazione dei laboratori. «Sono ormai pressoché inesistenti – ha spiegato – i laboratori a bassa automazione; nella maggior parte dei casi si lavora a media automazione mentre sono in crescendo anche quelli ad alta automazione. Questi nuovi laboratori colmano e riducono drasticamente gli errori più frequenti che si verificavano nei laboratori a bassa automazione». Rimane un dato fermo per Carelli come per gli altri intervenienti. «Il laboratorio è ormai fondamentale – ha affermato – perchè è il centro della diagnostica».

Nel prosieguo della giornata si sono poi alternati gli interventi dei dottori Gnemmi, De Marco, Battaglia, Crobu, Varani e Corrado.

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