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L'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro

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COSENZA – Da consulente a commissario. Il generale dell’Esercito Antonio Battistini, consulente della Regione sulle grandi emergenze, è stato ufficialmente nominato commissario straordinario dell’Asp di Catanzaro.

Il fatto conferma quanto anticipato dal Quotidiano del Sud due settimane fa, che ha dato notizia della richiesta di dimissioni consegnata nelle mani di Vincenzo Spaziante a non più di quattro mesi dalla sua nomina. Battistini nel frattempo, come consulente, si stava occupando delle procedure per la selezione dei direttori generali delle Asp di Cosenza e Reggio Calabria.

Proprio ieri è stato pubblicato l’elenco degli idonei, tra i quali figurano Antonello Graziano, attuale commissario dell’Asp di Cosenza e Lucia Di Furia, alla guida dell’Asp di Reggio Calabria. Probabilmente, stando ad alcuni rumors, saranno riconfermati in maniera definitiva. Intanto con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del Dl viene ufficialmente prorogato il decreto Calabria. Con una novità. Il termine non è più a novembre ma a dicembre. Occhiuto ha guadagnato due mesi in più rispetto al testo approvato in consiglio dei ministri.

«La proroga del Decreto Calabria serviva per non far decadere i commissari – ha detto – perché molte delle azioni contenute nel decreto noi le abbiamo già esaurite, come quelle che prevedevano l’apporto della Guardia di Finanza per la ricognizione del debito e quelle che ci hanno dato la possibilità di avere risorse ulteriori perché abbiamo riconciliato i conti degli anni precedenti. Però ho chiesto al governo di prorogare il decreto per non far decadere i commissari. L’obiettivo – ha poi proseguito Occhiuto – è quello di uscire prima o poi dal commissariamento. Ma si esce dal commissariamento quando si chiudono i bilanci di tutte le aziende, dimostrando che non c’è un debito patologico e non ci sono più le condizioni per il piano di rientro, e questo probabilmente è un obiettivo che raggiungeremo prima dell’estate. Si esce dal commissariamento però quando si possono garantire livelli essenziali d’assistenza come dev’essere in un paese civile e purtroppo in Calabria ancora questo non avviene. Poi ci sono tanti modi di intendere il rapporto di commissariamento. Il “Decreto Calabria” c’entra poco con il commissariamento, che è disposto a prescindere. Più in generale dovremmo discutere su come deve funzionare il commissariamento: ha funzionato sempre male, c’è una sentenza della Corte costituzionale che lo dice, non lo dico io ma lo dice la Corte costituzionale quando ha dichiarato inutile il commissariamento della Calabria se il governo non pone il commissario nella condizione di poter svolgere il suo lavoro. Il governo lo fa, non sempre lo fanno i funzionari del governo».

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