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L'ospedale di Germaneto

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I familiari di una donna vibonese morta nell’ospedale di Germaneto dopo una colonscopia hanno presentato denuncia

CATANZARO – “Perdere una persona cara in questo modo è inconcepibile. Se poi la persona in questione è una madre allora il dolore e la rabbia sono infinitamente maggiori”. A parlare, a nome della famiglia, è Angela Zaccaria, figlia della signora  Caterina Pascali, 63 anni, nata a Pizzoni, ma residente a Vibo Marina, deceduta nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Germaneto.

A sporgere denuncia ai carabinieri di Vibo sono stati quindi i congiunti della donna affetta da anni da “retticolite ulcerosa” che dal 2019 si trova in cura presso il poliambulatorio di Gastroenterologia del policlinico universitario “Mater Domini” di Germaneto di Catanzaro, nello specifico sotto le cure di una dottoressa che viene ritenuta dai familiari della vittima quale responsabile del decesso.

Secondo quanto hanno spiegato gli interessati, la loro madre verso la fine del mese di settembre 2023, era stata sottoposta ad un esame diagnostico di colonscopia in day hospital presso il poliambulatorio catanzarese. Da quella data, al rientro a casa, la signora ha iniziato ad avvertire un forte stato di malessere, con febbre alta, senza riuscire più a digerire bevande e alimenti. Contattata telefonicamente, la dottoressa avrebbe rassicurato la paziente “facendole temporeggiare sino all’esito dell’esame diagnostico effettuato che sarebbe arrivato a breve”, tuttavia, visto che la situazione tendeva ad un peggioramento, il 7 ottobre successivo, “dietro consiglio della dottoressa”, la 65enne era stata condotta al pronto soccorso di Vibo per essere sottoposta ad una tac addominale per poi “essere dimessa senza alcuna terapia”.

Appena due giorni dopo la donna era stata ricoverata presso il reparto di Gastroenterologia del policlinico di Germaneto, dove è era stata sottoposta a “cura antibiotica, nutrita tramite sacca alimentare e flebo per l’idratazione”. Ma la situazione anziché migliorare ha continuato a peggiorare, tant’è che dopo tre giorni dal ricovero, la dottoressa avrebbe comunicato alla famiglia “che dopo le cure del caso la loro madre avrebbe dovuto sottoporsi ad intervento chirurgico per l’asportazione del colon”.

Siamo, quindi, al 23 ottobre quando alla paziente era stata rimossa  la sacca alimentare e da quel momento in poi “il quadro clinico è ulteriormente peggiorato, con la presenza di vomito e difficoltà ad alimentarsi, al punto che la donna non riusciva neanche a bere acqua”. Otto giorni dopo il trasferimento nel reparto di Chirurgia di Germaneto per la preparazione all’intervento che sarebbe dovuto avvenire il 3 novembre successivo ma per un ulteriore peggioramento delle condizioni di salute, il giorno prima la donna ha iniziato ad avere delle ischemie continue che ne hanno costretto il trasferimento in “Rianimazione” e la sottoposizione al coma farmacologico.

Condizione che è perdurata fino al 17 novembre quando è stata risvegliata in previsione dell’intervento di asportazione del colon rimandato a inizio mese e programmato per il 22 novembre. Ma anche questa volta l’operazione ha subito un differimento, l’ultimo in quanto il decesso  sopraggiunto il 26 novembre successivo.

Pertanto, ritenendo che “nostra madre, per negligenze e imperizia sia stata curata male e che nell’esecuzione dell’esame diagnostico di colonscopia sia stato perforato il colon, per come si può appurare dal referto della Tac, eseguita presso il pronto soccorso di Vibo Valentia”, la famiglia ha deciso di sporgere denuncia.

I carabinieri hanno quindi acquisito la cartella clinica ed escusso i familiari e contestualmente  la Procura di Catanzaro ha aperto un fascicolo d’indagine per verificare eventuali responsabilità sul decesso della signora Pascali.

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