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La protesta di Badolato

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BADOLATO (CZ) – Qualcuno l’ha definita la «telenovela dei canadair», ma la sostanza è che le fiamme hanno provocato (e stanno provocando) danni incalcolabili nel Basso Jonio. E ora i cittadini si fanno sentire, appellandosi alle istituzioni.

«È assurdo – hanno precisato alcuni imprenditori agricoli – che dopo 13 giorni gli incendi non vengono spenti. Anche ieri un canadair era in azione sulle montagne di Badolato. Ma chi ci ridarà i nostri uliveti, i vigneti, i danni agli ovili, alle casette sulle colline danneggiate dagli incendi, la stupenda vegetazione delle nostre montagne, della macchia mediterranea. Le istituzioni regionali e nazionali sono responsabili di questi danni ambientali, perché hanno sottovalutato i pericoli degli incendi. Non si può aspettare 13 giorni per spegnere alcuni focolai. Perché non si è coinvolto l’esercito che poteva intervenire con mezzi meccanici per aprire delle piste bloccando gli incendi, a sostegno degli interventi di Calabria verde, vigili del fuoco la Protezione civile, i tanti volontari, gli amministratori locali che hanno rischiato la vita, intervenendo in prima persona».

Tutti temi questi discussi durante la manifestazione molto partecipata e che ha visto anche numerosi turisti che si è svolta per le vie cittadine di Badolato Marina organizzata dal comitato “Bruciateci tutti”. Queste le valutazioni di una delle attiviste, Josephine Carioti: «Siamo in tanti oggi a protestare in modo civile e democratiche. Durante gli incendi c’è chi è intervenuto a mani nude per cercare di spegnere le fiamme mettendo a rischio la propria vita. I soccorsi non sono stati all’altezza della gravissima situazione, 13 giorni sono una vera vergogna che offende tutte le comunità del Basso Jonio. Sono andati distrutti 3 mila ettari di bosco, guerce secolari, interi uliveti, vigneti, con danni economici notevoli, distrutta la macchia mediterranea. Abbiamo perso la nostra ricchezza, ambientale, la nostra dignità, valori umani e sociali. Questi sono stati degli attentati alla nostra vita. Per tutto questo ci sono responsabilità di tutte le istituzioni ad ogni livello. Ieri pomeriggio abbiamo fatto sentire la nostra voce alla riunione dei sindaci e dei rappresentanti delle istituzioni. Rimaniamo mobilitati per più incisive manifestazioni di lotta».

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