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Il sindaco Paolo Mascaro

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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Oggi dovrebbe essere il giorno dei giudizio. Se cioè gli elettori lametini saranno clamorosamente richiamati alle urne ad appena un anno dalla (ri) elezione del sindaco Mascaro e del rinnovo del consiglio comunale (sciolto per mafia 3 anni fa e nel contesto del quale si è anche in attesa del pronunciamento della Cassazione sulla richiesta di incandidabilità nei confronti del sindaco Mascaro, per il quale la richiesta di incandidabilità è stata rigettata già in due gradi di giudizio, e degli ex consiglieri comunali Pasqualino Ruberto e Giuseppe Paladino).

Il ricorso al Tar contro le elezioni comunali, infatti, sarà discusso oggi e in serata è prevista la sentenza dopo che la prefettura ha consegnato la relazione al Tar che aveva disposto nuove verifiche in cui è stato riscontrato tutto ciò che aveva messo nero su bianco l’ufficio elettorale. Addirittura in alcune sezioni sono state rinvenute schede in più rispetto a quelle consegnate al seggio. Una relazione shock quella depositata a settembre scorso al Tar dalla prefettura in base alla quale oggi il Tar deciderà.

Le memorie conclusive della prefettura, infatti, saranno oggi discusse davanti al Tar in merito al ricorso elettorale presentato dai candidati a sindaco Massimo Cristiano e Silvio Zizza e dai candidati consiglieri comunali Caterina Sonetto e Fabio Bascerano avverso le elezioni amministrative svoltesi a Lamezia un anno fa. Nel ricorso, come si ricorderà, si chiede l’annullamento del verbale del 5.12.2019 con cui l’Ufficio elettorale, a seguito del turno di ballottaggio, ha proclamato eletto Paolo Mascaro alla carica di sindaco di Lamezia, del verbale del 9.12.2019 con cui l’Ufficio elettorale ha proclamato eletti i consiglieri comunali, dei verbali delle operazioni elettorali svoltesi , oltre che nelle 37 sezioni sequestrate dall’Ufficio elettorale centrale istituito al Tribunale di Lamezia, poi diventate ben 48 sezioni (su 78 totali).

Il Tar aveva disposto la verificazione delle circostanze indicate nei ricorsi introduttivi, a cura del prefetto della Provincia di Catanzaro, demandando allo stesso il compito «di verificare le illegittimità denunciate in ricorso, le quali, ove accertate, imporrebbero l’annullamento degli atti avversari ed il rinnovo totale o parziale delle operazioni elettorali». La relazione finale, depositata dalla prefettura al Tar lo scorso 23 settembre dal viceprefetto Lucia Iannuzzi, ha dato atto che «in questa sede quasi ogni incongruenza , errore o vizio dedotto nei ricorsi introduttivi ha trovato riscontro nell’esame dei verbali, e, ove si sia proceduto in tal senso, nel riconteggio delle schede».

Difatti dalle lunghe verificazioni su ben 48 sezioni delle 78 in cui si è votato a Lamezia nella relazione finale è emerso che la prefettura ha accertato la presenza di 111 schede autenticate e non votate in eccesso (811 schede totali rispetto a quelle consegnate al seggio che erano 700). In altre sezioni elettorali la prefettura ha accertato pure la presenza di ben 167 schede autenticate e non votate rinvenute in eccesso; 864 schede totali rinvenute e a fronte delle 700 consegnate al seggio oltre al non rinvenimento di ben 53 schede tra quelle residue non utilizzate. E ancora: in altra sezione la prefettura ha accertato il non rinvenimento di 70 schede autenticate e non votate; su altra sezione 678 voti totali espressi a fronte di 585 votanti effettivi verbalizzati in entrambi i verbali. Riscontrate dalla prefettura anche cancellature, discrasie, incongruenze, gravi irregolarità, assoluta mancanza di corrispondenza dei numeri riportai nei verbali , numero di voti espressi superiore al numero dei votanti.

E ancora: in 10 sezioni verificata sui verbali «manipolazione del voto». per alcuni candidati e in 3 sezioni sparito uno dei due verbali di sezione. Nella sezione 63 la prefettura ha accertato anche alterazioni dei risultati sui verbali che riguardano ben 11 liste. E nel verbale dell’Ufficio elettorale centrale si legge, altresì, che «è stata utilizzata la scolorina anche sulla tabella di scrutinio».

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