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Gianmichele Bosco e Nicola Fiorita (Archivio)

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CATANZARO – «Sono rimasto in silenzio, ma non con i giudici a cui ho dimostrato non solo l’estraneità da ogni ombra ma anche la mia radicale incompatibilità con una politica impastata di furbizie e piccoli vantaggi personali».

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Per Nicola Fiorita, quella tenuta questo pomeriggio, è la conferenza stampa della “liberazione” per riprendere con ancora più determinazione il cammino della “politica per il cambiamento”.

Con il leader del Movimento “Cambiavento”, già candidato sindaco nel 2017, c’è Gianmichele Bosco: insieme nel febbraio 2020 avevano deciso di dimettersi per chiarire meglio la propria posizione nell’inchiesta denominata “Gettonopoli”, il caso giudiziario che a dicembre 2019 ha investito Palazzo de Nobili e che ha riportato il capoluogo all’attenzione dei media nazionali.

Al centro dell’inchiesta,  i gettoni di presenza percepiti dai consiglieri comunali durante le commissioni consiliari nel periodo che va da novembre a dicembre del 2018 e assunzioni fittizie.

Nei giorni scorsi la decisione del giudice Teresa Guerrieri che accogliendo le richieste del pm Mandolfino ha disposto l’archiviazione per Gianmichele Bosco, Eugenio Riccio, Demetrio Battaglia e Nicola Fiorita.

Gli indagati, sottoposti ad interrogatorio, hanno depositato «documentazione difensiva dal cui esame è derivata una plausibile ricostruzione alternativa residuando solo marginali irregolarità».

L’attività investigativa svolta dalla Procura aveva messo allo scoperto le «finte partecipazioni alle riunioni da parte di alcuni consiglieri comunali che invece si trattenevano fuori dai locali di svolgimento dell’assemblea e rientravano solo per brevi intervalli di tempo».

Fatti emersi dall’analisi incrociata di verbali, filmati di video sorveglianza, mandati di pagamento e accrediti bancari. Oggi, come afferma Fiorita “è il momento di rompere il silenzio, riprende il cammino e il dialogo con la città. Combatteremo per cambiare Catanzaro”.

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