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Il sindaco Fiorita il giorno della proclamazione

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CENCELLI, Cencelli chi era costui? Parliamo di Manuale Cencelli riferendoci all’assegnazione di ruoli politici e governativi ad esponenti di vari partiti politici o correnti in proporzione al loro peso. L’espressione – che trae origine dal cognome di Massimiliano Cencelli, un funzionario della Democrazia Cristiana – viene spesso utilizzata in senso ironico o dispregiativo per alludere a nomine effettuate in una mera logica di spartizione in assenza di meritocrazia.

E che il sindaco Nicola Fiorita del manuale Cencelli avrebbe fatto coriandoli nel costruire la propria squadra di governo si era capito già in campagna elettorale quando aveva deciso di svelare in anticipo l’identità di due papabili assessori: Marinella Giordano già dirigente della Polizia di Stato, si occuperà di sicurezza e il dirigente sanitario Venturino Lazzaro sarà nominato assessore con delega al Welfare, cioè alle Politiche sociali.

In quella occasione disse chiaramente che la via maestra da seguire nella composizione della Giunta sarebbe stata la competenza e non l’appartenenza. Un concetto questo, a quanto pare, ribadito con franchezza e con chiarezza ai consiglieri della sua maggioranza (al momento minoranza in Consiglio) riuniti ieri mattina – quando è arrivata la data della proclamazione, vale a dire lunedì alle 9.30 – per fare il punto della situazione.

Troppi input, troppe aspettative al momento delusi, primi mugugni: sono quelli in particolare dei rappresentanti dei Partiti della coalizione (Pd, M5S e Socialisti) che hanno “puntato” su Fiorita, l’hanno sponsorizzato e sostenuto e si aspettavano un riconoscimento anche al peso elettorale e al contributo per la vittoria del 26 giugno.

Ma nella chiacchierata con i suoi – ricordiamo Gianmichele Bosco, Vincenzo Capellupo e Donatella Monteverde per “Cambiavento”; Daniela Palaia e Tommaso Serraino per “Mo’ – Fiorita sindaco”, Giusi Iemma e Fabio Celia per il Pd, Gregorio Buccolieri “Catanzaro Fiorita” e Danilo Sergi per i Cinque Stelle – il sindaco non avrebbe lasciato dubbi interpretativi: al momento si prospetta un Esecutivo tecnico, che risponde all’unico criterio della competenza.

Una scelta che dovrebbe essere a tempo (anche se come sappiamo in Italia niente è più duraturo del provvisorio soprattutto nel caso di governi tecnici) e rappresentare una exit strategy per eludere le richieste degli alleati di primo e secondo livello. Sembra, infatti, che l’avvocato Antonello Talerico, che ha sostenuto Fiorita al ballottaggio, abbia sollecitato l’ingresso di due persone di fiducia come Jole Le Pera e Antonio Borrelli; che anche il Pd – a cui spetterebbe il vice sindaco – rivendichi un’altra delega, e che anche i Socialisti richiamano il rispetto delle regole di visibilità, come il Movimento cinque stelle.

Ma bisogna anche lavorare per costruire la maggioranza, quella che permette di votare le pratiche, attraverso l’ingaggio politico di consiglieri “affini” della coalizione “Rinascita”: aperto il dialogo con Valerio Donato, i fratelli Guerriero e anche Sergio Costanzo, con buona pace dell’anima di centrodestra dell’alleanza ce sembra non abbia brillato per lealtà (e lo raccontano le urne).

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