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Irto con Fiorita nel corso della visita di Letta in campagna elettorale

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CATANZARO – Che ci sarebbe stato da lavorare, e anche parecchio, Nicola Fiorita bene lo sapeva bene. Depurazione, emergenza idrica, gestione rifiuti, e adesso anche la preoccupazione di attivare eventuali misure per tenere a bada la diffusione del covid. Ma le insidie che arrivano dalla composizione della Giunta, in dirittura d’arrivo, non sono meno spinose. Il leader di “Cambiavento” procede spedito con buona pace degli alleati politici nella direzione della composizione di un Esecutivo all’80 per cento tecnico.

I nomi restano top secret, ci dobbiamo accontentare della presentazione ufficiale di Marinella Giordano (Legalità) e Venturino Lazzaro (Welfare), e delle indiscrezioni che vogliono Donatella Monteverdi assessore alla Cultura (e la sua promozione porterebbe in aula il primo dei non eletti in Cambiavento, Nunzio Belcaro).

Poi è tutta una girandola di supposizioni, ipotesi e spifferi tra cui emergono una postazione all’alleato Antonello Talerico (Antonio Borelli, Jole Le Pera o l’interno Antonio Barberio); l’ingegnere Raffaele Scalise ai Lavori Pubblici; Antonio Cosentino allo Sport. Con i tecnici protagonisti, la politica viene ridimensionata: il vice sindaco in quota Pd, e nessun delegato per Socialisti e M5S. Ma i democrat, che Fiorita l’hanno voluto, sponsorizzato e appoggiato anche a livello nazionale, non intendono abbassare la testa: le postazioni in Giunta devono essere due (e certo il Pd non si prenderà in carico Aldo Casalinuovo).

In maniera diplomatica ma con determinazione, a quanto pare sembra che questa presa di posizione sia stata rimarcata anche ieri sera, a margine della direzione nazionale del Pd a Lamezia Terme, quando Nicola Fiorita ha avuto un breve faccia a faccia con il segretario regionale, Nicola Irto.

«Nelle Amministrative in Calabria, vinciamo praticamente quasi ovunque. Vuol dire che non solo il Pd ha fatto scelte giuste ma dimostra che c’è la capacità di attrarre le forze civiche, progressiste e riformiste – ha affermato Irto sottolineando tra le righe che anche a Catanzaro il candidato e il progetto hanno il marchio democrat -. Il Pd sostiene Fiorita senza se e senza ma. Non facciamo una questione di posti, abbiamo fatto una scommessa più alta». Ed ecco un’altra sottolineatura a futura memoria: il Pd, per quello che ha fatto per il candidato diventato sindaco merita un trattamento diverso, magari solo il rispetto degli accordi pre-elettorali.

A proposito di ricostruzioni, mentre il presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso si affretta a smentire “patti taciti, a distanza o  ravvicinati, tra il sottoscritto e il neo sindaco della città, circa ‘assessorati chiave”, il candidato sindaco della coalizione “Rinascita” ha già messo i paletti su eventuali avvicinamenti il sindaco impegnato a costruire una maggioranza alternativa, archiviando l’ipotesi di accettare eventualmente la presidenza del consiglio regionale (per il cui il più quotato resta Gianmichele Bosco).

Come anticipato, Donato ha riunito i suoi, e dopo la disamina del voto ha concluso la relazione «con la prospettiva di continuare l’attività politica all’interno delle Istituzioni valorizzando tutti gli apporti che verranno da chi ha deciso di stare ancora a fianco del progetto Rinascita.

Tutti i successivi interventi hanno evidenziato una forte carica emotiva ed una grande vicinanza al progetto nel quale, è stato affermato, si crede, oggi, ancora più di prima». “Rinascita” è destinata a diventare una associazione che vada a riempire «uno spazio di confronto democratico ormai non più presente nei partiti tradizionali», si legge in una nota. E Valerio Donato manterrà una «posizione di grande trasparenza, autonoma e lontana da qualsiasi ipotesi di compromesso».

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