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Guido Longo con Nino Spirlì

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CATANZARO – Davanti all’isolamento in cui è costretto ad operare, il commissario della sanità calabrese, Guido Longo ha provato a gettare una pietra nello stagno, nel tentativo di scardinare un sistema fatto di silenzi e mancate risposte. Il decreto con il quale lancia l’allarme per la carenza di personale (LEGGI) è la possibile riprova sul fatto che molti possano preferire che l’ufficio non funzioni e non svolga a pieno il suo lavoro.

D’altronde, dalle stanze del commissario dovrebbe passare pratiche scottanti, autorizzazioni, accreditamenti, controlli sulla spesa e molto altro. Quindi, meno persone impegnate equivale a meno controlli.

Che qualcosa non funzionasse a dovere lo aveva già segnalato il consigliere regionale Carlo Guccione nei giorni scorsi, con una lettera rivolta allo stesso commissario Longo e al presidente Nino Spirlì. Tra l’altro, Guccione ha sostenuto «l’evidente caos amministrativo organizzato in cui si trova un settore strategico della Regione Calabria sia premeditato».

D’altronde, nell’accesso agli atti avanzato da Guccione era emerso che «a causa del caos amministrativo già segnalato dalla precedente dirigente ad interim si precisa che la ricognizione non può che essere approssimativa non essendovi l’archiviazione elettronica dei documenti né fascicoli elettronici delle strutture né sufficiente personale di settore per come più volte rappresentato».

Tante le pratiche in dubbio, proprio a causa della mancanza di personale e di attrezzature. Uno su tutti: il Settore 2 Accreditamenti e Autorizzazioni. Un settore nevralgico visto che accredita le strutture private al servizio sanitario regionale. Ma poi ci sono le Aziende sanitarie e ospedaliere da monitorare, ma anche i tanti disagi delle strutture ospedaliere e del servizio di 118.

Eppure, il presidente della Regione, Nino Spirlì, dopo il decreto di Longo si è affrettato a rassicurare tutti: «Non accetto mistificazioni – ha detto – la verità è che con il commissario Longo c’è un ottimo rapporto».

Secondo Spirlì, «i fatti dimostrano non solo l’inesistenza di contrasti tra me ed il commissario, ma la nostra piena concordia nell’affrontare i problemi. Le speculazioni giornalistiche ed il falsi retroscena non fermeranno il nostro impegno nella gestione dell’emergenza Covid e la riorganizzazione dei servizi sanitari».

Eppure il personale manca, così come le attrezzature necessarie, al punto da spingere il segretario regionale della Uil Calabria, Santo Bindo, a sostenere: «La denuncia/decreto del Commissario Longo sulla mancata dotazione di personale, che il decreto Calabria bis, assegna alla struttura commissariale, per lo svolgimento delle sue funzioni, non può cadere nel vuoto».

Secondo il dirigente sindacale, «la strutturazione dell’ufficio commissariale, con mezzi e personale necessari ad affrontare e vincere la sfida di rimettere in piedi la sanità calabrese, è stato, nei mesi scorsi, uno degli aspetti prioritari nella definizione da parte del Consiglio dei ministri, del decreto Calabria bis. Pertanto la lentezza che sta caratterizzando la fase di attuazione del provvedimento governativo – ha aggiunto Bindo – non deve lasciare tranquille le Istituzioni competenti e i calabresi».

Per questo è stato lanciato un appello: «Il ministro Speranza intervenga a chiarire, quanto sta trapelando, dai giornali locali, sulla sanità regionale. Il Governo ha il dovere di verificare le cause che sono alla base dei tentennamenti a continuare il suo mandato, espressi dal Prefetto Longo, in questi giorni. Sulla sanità calabrese – ha concluso la Uil – non sono ammesse, da Roma, a questo punto altre colpevoli “leggerezze”».

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