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Spirlì e Longo durante una riunione

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CATANZARO – Vertice dai toni accesi stamani alla cittadella regionale “Jole Santelli”, a Catanzaro, per fare il punto sulla diffusione del Covid 19 e, in particolare, sulle assunzioni di personale sanitario, le vaccinazioni e i posti
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All’incontro hanno partecipato il presidente della Regione Calabria Nino Spirlì, il commissario ad acta per la salute Guido Longo, il dirigente del dipartimento Salute Giacomino Brancati, il dirigente della Protezione civile regionale Fortunato Varone ed i commissari delle aziende sanitarie ed ospedaliere.

Spirlì e Longo, secondo quanto si è appreso, con toni accesi hanno ricordato le diverse decine di milioni di euro stanziate per le assunzioni di medici, infermieri ed Oss.

«Questa storia – ha detto Spirlì – deve finire. Chi si nasconde dietro il fatto che non si può fare i concorsi deve spiegare perché. Basta scuse, chi non se la sente di andare avanti si faccia da parte».

Da Spirlì è giunto anche un monito a «recuperare il tempo perduto sui tamponi, occorre accelerare anche il processo di analisi. Prendete in considerazione – ha detto rivolto ai commissari – anche i tamponi di ultima generazione».

Una «strigliata» ai commissari delle Aziende è giunta anche da Longo e sempre sul tema delle assunzioni. «A qualcuno – ha detto con toni accesi – conviene non farne o farne solo alcune. I concorsi si fanno per aiutare le Aziende e non i singoli. Chi non se la sente vada via. L’esperienza mi insegna che dietro le difficoltà ci sono interessi personali».

In merito alla vaccinazione, Longo ha sottolineato che dopo un periodo in cui sono stati raggiunti «buonissimi numeri, adesso si è perso un po’ di entusiasmo. Dobbiamo arrivare all’immunità di gregge con l’80% dei vaccinati – ha aggiunto – e per fare questo occorrono almeno altre 200 mila somministrazioni».

Longo ha anche rimarcato che la regione «è partita da sotto zero e siamo arrivati a picchi di 27mila». Longo ha anche contestato la «classifica» tra le regioni sulla quantità di dosi utilizzate rispetto a quelle pervenute, sostenendo che in Calabria vengono inviate più dosi di quelle che servono, riducendo così la percentuale sull’utilizzo.

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