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CATANZARO – Per più di duemila volte hanno sfiorato quelle pagine. Lo hanno fatto con grande rispetto, amore, attenzione, cura trattandole con i guanti bianchi e non solo figurativamente parlando. Perché il Codex Purpureus Rossanensis è qualcosa di più di un documento storico. E’ il simbolo dell’incontro tra le due anime della Calabria: quella latino-occidentale e quella greco orientale a tal punto che è in corso la procedura di inclusione nel registro della Memoria Unesco. 

Un manufatto da conservare, da tutelare nel tempo. Ma se non fosse fruibile, il suo valore si perderebbe nel tempo. Il progetto portato avanti dalla Tea Sas azienda catanzarese di eccellenza nel settore dei beni culturali gestita da Elena Console, ha dato un serio contributo alle indagini scientifiche condotte sul Codice acquisendo preziose informazioni sul manoscritto attraverso dispositivi ottici. Ne è nata una versione digitale presentata alcuni giorni fa alla mostra inaugurata al Palazzo del Quirinale a Roma -“Classicità ed Europa. Il destino della Grecia e dell’Italia” – che ha voluto celebrare il messaggio civilizzatore portato avanti nei secoli da Atene e da Roma, proprio nell’anno in cui la Grecia e l’Italia assumono la presidenza di turno dell’Unione Europea. 
E ora dopo il Quirinale, il lavoro sarà presentato i prossimi 28 e 29 aprile all’Accademia nazionale dei Lincei. Sarà nel corso di una giornata di studi organizzata dall’Istituto centrale per il restauro e la Conservazione del patrimonio archivistico e librario (Icrcpal) che saranno presentati i risultati dell’indagine interdisciplinare complessiva condotta sul Codice dal punto di vista storico-artistico e scientifico, al fine di chiarire gli aspetti conoscitivi ancora irrisolti e di definire le modalità di conservazione dell’antico manufatto. «L’occasione di accostarsi al Codex – spiega Elena Console – si è presentata lo scorso anno, quando la Tea ha realizzato il servizio di acquisizione digitale del documento per conto della Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Calabria». Per l’acquisizione si è fatto ricorso all’imaging multispettrale. Nel caso del patrimonio librario, tale tecnica di indagine non invasiva consente di ricavare informazioni sulla composizione e sul degrado dei manufatti attraverso l’acquisizione delle immagini nell’infrarosso e nell’ultravioletto in modo da comprendere lo stato di conservazione del documento e di esaminare dettagli non visibili ad occhio nudo, senza dover prelevare campioni e danneggiarlo. Poi, alle immagini multispettrali si sono aggiunte le acquisizioni tridimensionali e quelle ad alta definizione del Codice. Solo così grazie ad un touch screen per la prima volta chiunque potrà sfogliare il prezioso libro che, per comprensibili ragioni di conservazione, resta praticamente inaccessibile se non ai pochi, fortunatissimi, addetti ai lavori. 
«Un lavoro – continua la Console – accolto con entusiasmo e fortemente voluto dal professore Louis Godart, consigliere per la Conservazione del patrimonio artistico del presidente della Repubblica, e dalla dottoressa Luciana del Buono. Il Codice virtuale consente di accostarsi ad alcune della pagine più belle del manufatto e di conoscerne in sintesi la storia, ricostruita dalla professoressa Lucinia Speciale». Per poter realizzare l’acquisizione sono state adottate tutte le dovute cautele: dalla camera blindata climatizzata dove il Codice è conservato spaginato in attesa della sua nuova veste, i preziosi fogli sono stati posizionati di volta in volta nella cabina di acquisizione dai restauratori dell’Icrcpal. E per evitare qualunque possibile stress alle pagine sono stati necessari guanti bianchi in cotone e luci adeguate, in un ambiente a temperatura sotto controllo. 
«Questo – ha sottolineato Elena Console – per più di duemila volte». Tecnologia ed arte, dunque perché «E questa è realmente una mia convinzione, cioè che le nuove tecnologie applicate ai beni culturali possano offrire una serie di vantaggi, non solo da un punto di vista scientifico o didattico, ma soprattutto di conoscenza, di diffusione, di fruibilità: il manufatto è, finalmente, globale e non rimane chiuso nella sua teca ad appannaggio di un’ élite di intenditori, ma può essere ammirato da tutti, in ogni parte del mondo». Un contributo ed una testimonianza ulteriori nell’ambito scientifico-culturale e delle innovazioni tecnologiche, che rappresentano così, un esempio di eccellenza della nostra regione.
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