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CATANZARO – Troppo tempo impiegato per la pornografia? Rischiate un incremento delle difficoltà con la funzione erettile nei rapporti con il partner. Gli urologi hanno pochi dubbi in merito, soprattutto alla luce di una ricerca appena presentata all’ultimo Congresso annuale dell’Associazione Europea di Urologia (Eau).

Una analisi che viene sposata e rilanciata da Catanzaro, in particolare dal direttore dell’Unità Complessa di Urologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Mater Domini” di Catanzaro.

«Dobbiamo ancora capire bene il reale significato di questi risultati ed è difficile trarre conclusioni immediate dallo studio, anche perché non sono ancora definiti gli effetti della visualizzazione di materiale pornografico nelle donne – commenta l’urologo Rocco Damiano, che è anche responsabile dell’ufficio risorse e comunicazione della Società Italiana di Urologia (Siu) – Ma occorre soffermarsi a riflettere sul fatto che la pornografia influenza la modalità con cui viviamo il sesso. La visione di materiale pornografico determina un iperstimolo eccitatorio in grado di influenzare il comportamento sessuale, facilitando la produzione di dopamina nel cervello, ed elevandone il livello per la comparsa di eccitazione sessuale. Di conseguenza, però, nella vita reale con il partner, il sesso non risulta più all’altezza delle aspettative generate, dando origine a disfunzione erettile, insoddisfazione e calo del desiderio».

L’indagine, condotta tramite un questionario on line di 118 domande su un campione di 3267 uomini del Belgio e della Danimarca, è arrivata a conclusioni sorprendenti: correlando il tempo medio di visualizzazione di materiale pornografico (70 minuti alla settimana, a con una media di 5-15 minuti per sessione) con il grado di disfunzione sessuale emerso dalle risposte, è risultato che circa il 25% degli intervistati riferiva livelli variabili di disfunzione erettile durante i rapporti con il proprio partner.

Guardare troppi video pornografici, insomma, può causare problemi di erezione e calo del desiderio sessuale. A lungo andare, può addirittura portare a preferire il sesso virtuale a quello con il partner nella vita reale. La ricerca, coordinata da Gunter de Win, professore dell’Università di Anversa, ha evidenziato altri numeri che fanno riflettere: solo il 65% degli intervistati ritiene che il sesso con il partner sia più eccitante della visualizzazione di materiale pornografico.

E, durante la visione, il 90% delle persone si focalizza esclusivamente sulle scene sessuali più eccitanti. Inoltre, un 20% degli intervistati ha dichiarato che, per eccitarsi e portare a termine un rapporto sessuale soddisfacente per sé e per il partner richiede immagini di tipo pornografico “estremo” di cui nella situazione reale non può disporre.

«Resta però il fatto che i rischi dell’abuso di pornografia sono ignorati dalla maggior parte delle persone. La perdita del desiderio nei confronti della vita sessuale reale rappresenta uno dei fattori che determina comparsa di problematiche sessuali in quelle persone che visualizzano molto materiale pornografico. Diventa importante, quindi, poter definire la soglia di visualizzazione oltre la quale si è a rischio» ha sottolineato il professor Damiano.

Insomma, meno virtualità e più contatto con la realtà per una vita sessuale soddisfacente.

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