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Cambia il capo di imputazione per Gino Pignataro, accusato di aver ucciso con la sua auto la piccola Sara Leo, nel 2012, a Santa Maria del Cedro, nel Cosentino

di MICHELE INSERRA

PAOLA (CS) – Da omicidio colposo a omicidio colposo aggravato dalla previsione dell’evento. Cambia il capo di imputazione e si “appesantisce” la posizione dell’imprenditore Gino Pignataro.

Il 10 luglio del 2012 verso le ore 20,30 in via del Mare, nel comune di Santa Maria del Cedro, sulla costa tirrenica cosentina, su un piazzale sterrato a fondo sabbioso destinato ad uso parcheggio l’uomo investì la piccola Sara Leo, di appena due anni, che poco dopo morì all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza.

Per la mamma della piccola, Nunzia Varriale, napoletana d’origine e residente a Santa Maria del Cedro, non si trattò di un tragico incidente. Tra l’odierno imputato e il marito di Nunzia Varriale c’erano stati diversi dissidi in precedenza. I lidi balneari gestiti dai due erano l’uno accanto all’altro. E ora nell’aula di tribunale, i difensori della famiglia Leo, gli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza, stanno portando avanti questa tesi con decisione.

Sara era la terza gioia di famiglia venuta al mondo dopo i due fratellini. Successivamente la donna è diventata mamma di un altro maschietto. Un calvario per una mamma che ha visto morire sotto gli occhi la sua piccola.

Al Tribunale di Paola il processo è partito soltanto nella primavera del 2014. E ha registrato diversi rinvii per difetto di notifiche o per assenza dei testi. L’udienza di ieri mattina, invece, ha registrato una novità importante. Il pubblico ministero Maria Camodeca ha chiesto la modifica del capo d’imputazione. Il Tribunale di Paola, in composizione monocratica, in persona del giudice Antonietta Dodaro, ha accolto la richiesta e per Gino Pignataro è scattata l’accusa di omicidio colposo aggravato dalla previsione dell’evento. Determinanti sono stati una serie di elementi prodotti dagli avvocati Gentile e Cozza e la versione dei fatti della mamma della piccola Sara.

La donna non ha mai creduto che si fosse trattato di un semplice incidente. «Sono testimone di quanto accaduto, mia figlia è morta sotto i miei occhi – ha raccontato la donna – quell’uomo l’ha investita e ha continuato la marcia. Si è fermato solo quando è passato con l’intero veicolo sul suo corpo. Ed inoltre poteva benissimo parcheggiare nei pressi del suo stabilimento balneare, invece è arrivato sino davanti al nostro lido».

Dal suo canto Gino Pignataro ha sempre respinto con fermezza ogni accusa, sostenendo la tesi di un fatale sinistro stradale.

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