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Si chiama Francesco Bruno ed è accusato di corruzione elettorale

CASSANO (COSENZA) – Arrestato e posto ai domiciliari, Francesco Bruno, trentaquattrenne cassanese, già conosciuto dalle forze dell’ordine, accusato di tentata estorsione aggravata e continuata ai danni di Gianni Papasso, ex sindaco del comune di Cassano il cui consiglio comunale è stato sciolto il 23 novembre scorso per infiltrazioni mafiose.

Il trentaquattrenne avrebbe preteso un posto di lavoro in cambio del suo sostegno in occasione delle ultime consultazioni comunali del giugno 2016. Al trentaquattrenne e all’ex sindaco Papasso la Procura di Castrovillari, guidata da Procuratore Eugenio Facciolla, contesta anche l’ipotesi di corruzione elettorale in merito alle ultime elezioni amministrative. La contestazione dell’ipotesi di corruzione elettorale è scaturita dal fatto che la Procura ha analizzato una serie di messaggi non oggetto di denuncia da parte dell’ex sindaco Papasso e dal contenuto definito “ambiguo” dagli investigatori. Un comportamento che ha insospettito gli inquirenti portandoli ad approfondire una vicenda che, affermano gli investigatori, “resta ancora con i contorni non del tutto definiti e perciò oggetto di indagini finalizzate a far luce sull’ipotesi di corruzione elettorale contestata all’odierno arrestato e all’ex sindaco in relazione alle elezioni del 5 giugno 2016”.

Il trentaquattrenne Francesco Bruno è stato arrestato e posto ai domiciliari nella giornata di ieri dai carabinieri della compagnia di Corigliano in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Castrovillari. Una vicenda che è partita a seguito di varie denunce presentate dall’ex sindaco Papasso che lamentava di aver ricevuto sul suo telefono cellulare e su quello di alcuni amministratori comunali e conoscenti numerosi messaggi intimidatori. Subito la tenenza dei carabinieri di Cassano, con il coordinamento del procuratore Eugenio Facciolla e del sostituto Angela Condimisio, ha avviato le indagini del caso. L’ indagine, basata su intercettazioni e registrazioni di videosorveglianza, nonché le analisi sul cellulare, ha consentito di individuare l’autore di tali messaggi minatori in Francesco Bruno, che avrebbe ripetutamente utilizzato una cabina telefonica pubblica per l’invio di alcuni dei messaggi intimidatori.

Le ragioni che avrebbero spinto Francesco Bruno a tenere la “condotta delittuosa sarebbero da ricercare sulla pretesa dell’arrestato di ottenere un posto di lavoro dall’ex sindaco Papasso, verosimilmente, nel settore della raccolta e dello smistamento dei rifiuti, in cambio del suo sostegno elettorale alle ultime elezioni amministrative”.

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