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Soccorsi nelle gole del Raganello dopo la tragedia

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Il capo della Protezione civile calabrese auspica leggi “ad hoc” da parte del governo centrale

CIVITA (COSENZA)- Il nastro bianco e rosso dei carabinieri delimita da stamani tutti gli accessi alle Gole del Raganello ricadenti nei comuni di Civita, San Lorenzo Bellizzi, Cerchiara di Calabria e Francavilla Marittima. Ad apporre i nastri sono stati i carabinieri della Compagnia di Castrovillari in esecuzione del provvedimento di sequestro emesso ieri sera dal procuratore Eugenio Facciolla (LEGGI) al termine di una giornata in cui sono state forti le polemiche tra i sindaci della zona e il capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli. Il sequestro riguarda anche il caratteristico ponte del Diavolo. E si respira un’aria tetra, stamani, a Civita, cittadina italo-albanese nel cui territorio ricade il tratto delle gole del Raganello in cui lunedì scorso sono morti dieci escursionisti. In paese c’è un silenzio spettrale, nessun turista. Solo qualche anziano nella villetta adiacente al Comune e su qualche panchina. Sul percorso che dal paese porta al ponte del Diavolo e alle gole una sola coppia di giovani turisti tedeschi che si dicono addolorati di non poter visitare le bellezze del canyon.

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Civita, che fino a lunedì brulicava di turisti, è vuota. Tutti i negozi, tranne l’edicola e la farmacia, sono chiusi. Il sindaco Alessandro Tocci ha proclamato il lutto cittadino e ha disposto per i prossimi 15 giorni l’esposizione delle bandiere a mezz’asta.

TANSI. «L’evento drammatico che ha causato i 10 morti del Torrente Raganello ha inferto uno dei dolori più lancinanti alla mia esistenza e dato un senso ancor più profondo alla passione a cui dedico gran parte della mia vita, la protezione civile. Questa esperienza da una parte mi ha insegnato quanto sia vitale il sistema d’allertamento regionale per la sicurezza di 2 milioni di Calabresi, e dall’altra mi ha gettato in un profondo sconforto nel vedere voi sindaci della Calabria schiacciati da responsabilità, attribuitevi da leggi nazionali per il ruolo istituzionale che rivestite, senza strumenti per poter fronteggiare le emergenze di una delle regioni al mondo più esposte alle calamità naturali».

Lo scrive in una lettera aperta ai sindaci calabresi il direttore della Protezione civile della Regione Calabria Carlo Tansi alla luce della tragedia delle Gole del Raganello dove lunedì scorso sono morte 10 persone.

«Nella speranza che il governo centrale, attraverso leggi “ad hoc”, possa garantire a voi sindaci le risorse umane ed economiche per fronteggiare le calamità naturali o rivisitare profondamente certe leggi in materia – prosegue – io continuerò a stare con tutte le mie energie dalla vostra parte, non solo continuando a rispondere dal mio cellulare personale ad ogni vostra chiamata d’emergenza 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno, e a scappare verso i vostri luoghi immediatamente, anche il giorno di Natale, quando la terra frana o brucia e mette a rischio la vita della gente, ma anche per condividere il vostro profondo senso di solitudine e del dovere».

«Grazie sindaci – conclude Tansi – per tutto ciò che fate per il sistema di protezione civile e per la sicurezza di tutti noi calabresi».

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