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MONTEGIORDANO (COSENZA) – Forse è la prima volta in Calabria che due persone vengono segnalate all’Autorità giudiziaria per lavoro nero e truffa ai danni dello Stato essendo percettori del reddito di cittadinanza.

Lavoravano entrambi a Roseto Capo Spulico, uno come guardiano notturno in un lido balneare e l’altro in un esercizio commerciale di generi alimentari. Rischiano la reclusione sino a 6 anni in base alla legge in materia di reddito di cittadinanza e pensione e fino a sette anni di reclusione per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

A scoprire la truffa, la Guardia di Finanza della Tenenza di Montegiordano in un’operazione a largo raggio sul litorale Ionico cosentino, da Roseto Capo Spulico alla Basilicata, che ha consentito ai finanzieri anche di denunciare alla Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal Procuratore Eugenio Facciolla, otto persone per il reato di intermediazione illecita di manodopera, noto come caporalato, lavoro nero e truffa ai danni dello Stato per indebita percezione del reddito di cittadinanza.

Le operazioni, si sono svolte attraverso interventi mirati, eseguiti nei luoghi in cui i lavoratori venivano impiegati, nonché attraverso il controllo degli automezzi in transito sulla SS. 106 Jonica.

Il controllo veicolare sulla statale ionica, ha consentito la denuncia di due “caporali”, uno per reclutamento e uno in qualità di titolare di azienda agricola in Basilicata, confinante con la Calabria, per utilizzo e impiego illegale di manodopera. I due rischiano per i reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, la pena della reclusione da uno a sei anni e la multa da 500 a 1.000 euro per ciascun lavoratore reclutato. I Finanzieri, hanno consentito scoperchiare il pentolone dell’ennesimo sfruttamento del caporalato in danno dei lavoratori.

In particolare, gli operai reclutati anche nell’edilizia, costretti a lavorare in violazione della normativa in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, in quanto sprovvisti dei prescritti dispositivi di protezione individuale (calzature antiscivolo, guanti, casco con visiera protettiva), percepivano una paga ampiamente difforme rispetto alle previsioni del contratto collettivo nazionale o comunque sproporzionato rispetto alla qualità e quantità del lavoro prestato. Scoperti anche 10 lavoratori in nero e 6 irregolari, di cui 1 straniero sprovvisto di permesso di soggiorno, intenti a prestare la propria attività lavorativa presso alcune strutture turistiche. Ai titolari delle attività commerciali controllate sono state irrogate sanzioni amministrative pari a 19.800 euro, per l’impiego dei lavoratori in nero. 

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