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Adelina Laprovitera

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PRAIA A MARE (COSENZA) – Il fenomeno della rissosità nei pronto soccorso degli ospedali, presente nella gran parte al sud, ha fatto un’altra vittima. É una dottoressa, di origine calabrese, esattamente dell’alto Tirreno cosentino, di Praia a Mare. Adelina Laprovitera, 52 anni, vive ormai da diverso tempo a Napoli ed è medico chirurgo (LEGGI IL CASO). E’ l’ultimo bersaglio di atti violenti nei confronti dei professionisti che lavorano in prima linea nella sanità. La dottoressa presta servizio presso l’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli.

E’ stata oggetto di un’aggressione, avvenuta nella notte tra martedì e mercoledì scorsi. Due donne si sono mostrate particolarmente violente alla richiesta di uscire per un po’ dalla stanza dove era ricoverato il parente al quale doveva essere suturata una grossa ferita. Nel momento in cui la dottoressa ha chiesto ai parenti di allontanarsi, è stata fatta oggetto di minacce e poi aggredita al volto con schiaffi e pugni.

La professionista praiese ha riportato una frattura alle ossa del naso, che non va operata, e una piccola frattura al maxillo-facciale, oltre che una lesione parziale a due denti. Proprio nella giornata di ieri è stata sottoposta alla riduzione della frattura al setto nasale, pratica molto dolorosa. La dottoressa Laprovitera è stata giudicata guaribile in trenta giorni. Si dovrà certamente sottoporre anche a diverse sedute per recuperare le lesioni ai denti. Dalla sua città d’origine, Praia a Mare, arrivano intanto vari attestati di solidarietà. Su quanto accaduto è intervenuto anche il sindaco della cittadina tirrenica, Antonio Praticò.

«E’ una situazione inconcepibile. Alla dottoressa Laprovitera – ha detto Praticò, che è legato a lei anche da parentela – va l’abbraccio della nostra comunità. Purtroppo quello che avviene ultimamente è un fenomeno strano. Vengono presi di mira professionisti impegnati per salvare la vita altrui. E’ una situazione inconcepibile. Alla dottoressa Laprovitera va la solidarietà dell’intera comunità di Praia a Mare che rappresento».

La chirurga avrebbe solo chiesto ai familiari di uscire dalla stanza. Chi era all’interno ha preteso di rimanere sostenendo che c’era una disposizione della direzione sanitaria. A quel punto, dopo un’ulteriore richiesta di allontanamento sono arrivate prima le minacce di due donne presenti e poi colpi ben fermi al viso. «Molti – ha dichiarato la dottoressa – vedono l’ospedale come un posto di villeggiatura: si ricovera un paziente e tutti i parenti vengono a soggiornare come se fossero le spiagge di Praia a Mare o il lungomare di via Caracciolo. Non si considera che l’ammalato ha bisogno di tranquillità e deve essere gestito da personale non stressato».

I familiari, a Praia a Mare, hanno appreso con tristezza la notizia e, ovviamente, la prima preoccupazione è stata quella di avere rassicurazioni sulle condizioni di salute della dottoressa. «So che ha un po’ di difficoltà anche a parlare – ci ha detto il fratello della dottoressa Laprovitera -. e proprio oggi (ieri) è stata sottoposta ad una riduzione della frattura al setto nasale. Ho parlato con il compagno di mia sorella: mi ha detto che non riesce a stare sveglia. Al momento è opportuno non farla agitare ancora».

Il direttore generale dell’Asp “Napoli 1 Centro”, Ciro Verdoliva ha assicurato la presenza dell’azienda anche in una probabile prosecuzione per le vie legali della vicenda. La dottoressa, a caldo, ha espresso la sua idea favorevole al ripristino dei posti fissi di polizia negli ospedali proprio per evitare che accadano vicende di questo genere.

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