X
<
>

Piazza del popolo a Cetraro, teatro dell'aggressione al pizzaiolo Luigi Antonucci

Condividi:
3 minuti per la lettura

«Un pericoloso ritorno al passato». È ciò che il presidio territoriale Libera Lucio Ferrami teme per l’intero territorio dell’Alto tirreno cosentino «interessato da episodi di una violenza inaudita, con l’utilizzo spregiudicato delle armi».

L’associazione antimafia ritiene che «già prima dell’attentato alla caserma dei Carabinieri ed all’auto del comandante della Stazione di Cetraro, si sono registrati atti di violenza verso giovani mamme, furti, racket e spaccio di droga. Ora si è decisamente alzato il tiro: colpi di pistola (almeno due) contro un furgone alimentare parcheggiato nei pressi della piazza della solidarietà veneto-trentina».

Fatto, spiega Libera, su cui «nessuno ha proferito parola». Quindi si ricorda il «tentato omicidio al trentottenne buttafuori di un locale di Belvedere sul lungomare. Provocato, sembrerebbe, da noti malviventi cetraresi. Per mera fortuna ne è uscito “solo” gambizzato ma nonostante sia trascorso oltre un mese “stranamente” non si hanno ancora novità nelle indagini; l’episodio accaduto in piazza del Popolo a Cetraro Paese che ha visto l’assurda aggressione del pizzaiolo Luigi Antonucci da parte di colui che aveva ricevuto una denuncia qualche anno prima per gravi fatti estorsivi per il locale gestito a Cetraro Marina. Il fatto è ancora più grave non solo perché avvenuto in piazza in un orario che faceva registrare molte persone, ed alla presenza dei suoi familiari, quanto piuttosto perché sembrerebbe che nessuno abbia visto nulla. Oltre la denuncia del malcapitato Antonucci si è preferito come al solito il non sento, non vedo, non parlo».

Libera parla così di «un enorme muro di omertà eretto nel corso degli ultimi cinquant’anni da tanti cittadini. Eppure la comunità Cetraro ha registrato nel corso della sua recente storia le vicende umane, politiche ed imprenditoriali di Giannino Losardo e di Lucio Ferrami, che non si sono mai piegati alla prepotenza ed alla violenza mafiosa! Alessandro Bergonzoni, in un alto momento formativo proposto da Libera nazionale qualche anno fa, provocatoriamente recitava: “essere o essere… umano? Essere umano non basta più! Deboli o… vili. Ovili, pecore, greggi, lupi, lupare. Chi sono io? Chi sono Loro? La mafia come un muro crepa non crolla per le infiltrazioni. L’odio e la violenza della mafia sono manifesti. Dobbiamo strappare i manifesti da quel muro. Dobbiamo arrotolarli mandarli a rotoli. Bisogna guardare la statua che sembra invisibile ma c’è: la statua dell’omertà con i suoi gangli che vogliono fermaci il cuore. Chissà se ce lo fermerà. Chi sa… parli. Dobbiamo superare il dolore o affiancarlo? Salire con lui lui e vedere dove porta, per arrivare a tanto? Questa è la domanda. A due o tre isolati da qui. Ma quanti isolati ci sono? Uomo ottuso gira l’angolo diventa retto. Dobbiamo cambiare geometria. Ci sono troppi uomini piccoli che non vogliono crescere, svilupparsi. Io li chiamo i non sai. L’ignoranza è biadesiva attacca da tutte le parti. Ci vuole allora qualcuno che ci metta la faccia. Che faccia la differenza non l’indifferenza”».

Come presidio territoriale Libera «auspichiamo una riflessione a voce alta ed altra possibilmente in piazza del Popolo. Sin da ora ci rendiamo disponibili ad organizzare l’evento nel prossimo mese di agosto».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE