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La Corte di Cassazione

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CATANZARO – Frana in Cassazione l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico. Processo da rifare in Appello per alcuni imputati dell’operazione “Piccoli passi”, portata a termine nel 2016 dalla Guardia di Finanza sotto il coordinamento della DDA di Catanzaro.

L’inchiesta, che aveva sventato un traffico di sostanze stupefacenti, vede coinvolti soggetti rossanesi, del reggino e campani. Nella serata di ieri, lunedì 25 gennaio, si è celebrata l’udienza dinanzi alla III Sezione Penale della suprema Corte di Cassazione all’esito della quale i giudici hanno annullato in gran parte la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro.

L’operazione “Piccoli passi”, condotta dalla Guardia di Finanza in parallelo con l’operazione “Stop” portata a termine dai Carabinieri, prendeva le mosse da un’ulteriore operazione antimafia avviata nel 2009, concentrandosi sulle attività della presunta cosca rossanese nel settore legato al traffico di stupefacenti.

Nel dettaglio, gli inquirenti delinearono un quadro accusatorio individuando i canali di approvvigionamento del narcotico, localizzati soprattutto in Campania, e la rete di distribuzione con “piazze” anche nella provincia di Reggio Calabria. Accolto, quindi, il teorema difensivo sostenuto ieri in udienza dagli avvocati penalisti Giovanni Zagarese, Ettore Zagarese, Francesco Nicoletti, Maria Teresa Zagarese e Francesco Calabrò.

Sarà ora una diversa sezione della Corte d’Appello catanzarese a giudicare nuovamente alcuni degli imputati, con il processo che torna nella fase del secondo grado di giudizio.

“Siamo soddisfatti del risultato – questo il commento del collegio difensivo – che giunge in Cassazione anche grazie alla nostra caparbietà. Ritenevamo che i nostri assistiti non fossero dei narcotrafficanti. Pare che il Giudice di legittimità la pensi come noi”.

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