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L'ospedale dell'Annunziata di Cosenza

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COSENZA – Servirà un processo per stabilire se il ruolo di direttore di Ortopedia e Traumatologia, struttura complessa dell’ospedale cosentino, sia stato assegnato in modo regolare al dottor Gualtiero Cipparrone.

Nelle scorse ore, infatti, al professionista è stato notificato un decreto di citazione diretta a giudizio con l’accusa di falso in atto pubblico. Pomo della discordia, il curriculum da lui presentato nel 2017 per ottenere il posto in questione, un documento che secondo la Procura sarebbe stato “ritoccato” consentendogli così di sbaragliare la concorrenza.

A provocare la deriva giudiziaria della vicenda è stato il candidato arrivato secondo, il dottor Massimo Candela, attualmente in servizio a Paola, dapprima con numerose istanze alle autorità sanitarie e poi con una denuncia presentata in Procura.

Le prime sono cadute nel vuoto perché come rileva lui stesso, solo a maggio del 2020 l’allora commissario regionale Saverio Cotticelli invia alla Guardia di finanza gli atti relativi a questa vicenda senza che, però, a tale trasmissione faccia seguito l’avvio di un’inchiesta.  Quella, infatti, sarà aperta dall’ufficio di Mario Spagnuolo solo a seguito della querela culminata ora in rinvio a giudizio.

Due le condotte contestate a Cipparrone: aver retrodatato la propria esperienza da direttore di Unità semplice dell’Annunziata (dal 2002 anziché dal 2008) e di aver rappresentato la sua partecipazione a più di settanta fra convegni e congressi medici in qualità di docente, mentre invece li avrebbe frequentati solo da mero spettatore partecipante. Questi almeno sono i sospetti messi nero su bianco nel capo d’imputazione che lo riguarderà a partire dal prossimo 28 gennaio, data d’inizio del suo processo davanti al giudice monocratico Urania Granata.

Con ogni probabilità, il medico dovrà condividere le accuse con altri quattro colleghi, tutti membri della commissione che all’epoca indicò il vincitore poi nominato dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera.  Nei loro confronti, il pubblico ministero Emanuela Greco aveva presentato una richiesta d’archiviazione non condivisa dal giudice delle indagini preliminari, Letizia Benigno che ha disposto, invece, l’imputazione coatta del quartetto.

Secondo il giudice, infatti, i profili di falsità in contestazione «erano immediatamente rilevabili sulla scorta della documentazione in loro possesso». Resta da capire se le presunte manipolazioni del curriculum abbiano influito o meno sul risultato finale. All’epoca dei fatti, Cipparrone ottenne un punteggio pari a 72 mentre Candela si fermò a 58,40. L’imputato sarà difeso dall’avvocato Angelo Pugliese mentre a rappresentare in aula l’altro medico, costituitosi parte civile, provvederà l’avvocato Eugenio Bisceglia.

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