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Il procuratore Facciolla il presidente della corte d'Appello Lupacchini con gli inquirenti

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CORIGLIANO (COSENZA) – Anche il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, e il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto sono tra i quasi duecento indagati per i danni scaturiti dall’alluvione che nel 2015.

Entrambi sono indagati, nella loro qualità di ex presidenti della Provincia di Cosenza, nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Castrovillari, denominata “Flumen Luto”, sull’alluvione del 2015 che ha portato ieri all’operazione dei carabinieri forestali nell’ambito della quale sono stati sequestrati oltre cento immobili, tra terreni agricoli, manufatti e fabbricati, ubicati in alvei di fiumi e nelle fasce di rispetto delle aree a rischio idrogeologico.

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Nel corso della conferenza stampa tenuta stamattina dal Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla, è emerso che l’ipotesi di reato a carico di Oliverio e Occhiuto, che sono indagati insieme ad altre 193 persone tra amministratori pubblici, dirigenti e tecnici, è quella di disastro colposo per non aver ottemperato alla manutenzione dell’alveo e degli argini dei fiumi.

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«Ognuno di questi 195 indagati – ha detto il procuratore Facciolla – ha varie responsabilità per la posizione occupata. Riteniamo che ognuno sia coinvolto a titolo di concorso in quello che è stato un disastro colposo. C’è poi una seconda parte dell’attività investigativa che è in corso e che é mirata a fare luce su alcune omissioni, su condotte attive e sulle sanatorie di alcuni fabbricati. Dati statistici alla mano nel territorio fra il 2000 e il 2015 ci sono stati venti eventi alluvionali. Per gli esperti ciò significa che potrebbe ripetersi in qualsiasi momento dell’anno. Sono state trasformate intere porzioni di territorio con agrumeti e coltivazioni su terreni demaniali. Magari che hanno usufruito anche di contributi regionali. Nel 2017 sono andato a Corigliano e ci sono in pieno centro scarichi fognari che finiscono in questi canali di scolo che un tempo erano alvei dei fiumi».

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Secondo quanto è emerso dalle indagini, a Corigliano Calabro ci sono 104 edifici costruiti su territori ad elevato rischio idrogeologico, di cui 84 abusivi, mentre a Rossano 21 edifici sono stati realizzati in aree R3 e R4, di cui 14 abusivi. La maggior parte dei fabbricati è stata sanata con l’ultimo condono.

Tra gli indagati ci sono gli ex sindaci di Corigliano Calabro Pasqualina Straface e Giuseppe Geraci e di Rossano Franco Filareto e Giuseppe Antoniotti; numerosi dirigenti e funzionari della Regione Calabria, della Provincia di Cosenza e dei Comuni interessati dall’alluvione e molti imprenditori.

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