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FUSCALDO (COSENZA) – Blitz della Guardia di Finanza a Fuscaldo che ha eseguito 14 misure cautelari, 12 arresti in carcere e due ai domiciliari.

Tra le persone coinvolte anche il sindaco di Fuscaldo, Gianfranco Ramundo, il vicesindaco, Paolo Cavaliere, e un altro assessore comunale, Paolo Ercole Fuscaldo. In carcere sono finiti anche Michele Fernandez, funzionario del Comune di Cosenza distaccato anche a Fuscaldo, e gli imprenditori Salvatore Fidotti, Robertino Perri, Francesco Caputo, Antonietta Caputo, Giovanni Risuleo, Luigi De Simone e Gianfranco Mirabelli e un professionista, Sergio Gioia. I domiciliari sono stati disposti per gli imprenditori Massimiliano De Santo e Salvatore Montanino. Altre sei persone sono indagate. 

Nell’operazione, denominata “Merlino”, coordinata dalla procura di Paola diretta da Pierpaolo Bruni sono stati coinvolti oltre 100 militari del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Cosenza che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare personale e ad un Decreto di sequestro preventivo, emessi dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Paola, Maria Grazia Elia. Nel dettaglio l’operazione è stata coordinata dai sostituti Antonio Lepre e Teresa Valeria Grieco oltre che dal procuratore Bruni.

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Le accuse mosse sono a vario titolo «corruzione, tentata concussione, indebita induzione a dare o a promettere, peculato, turbative di gare pubbliche e di procedimenti di scelta dei contraenti della Pubblica Amministrazione e falso ideologico»

Il provvedimento cautelare è stato emesso a seguito delle indagini effettuate dalla Compagnia Guardia di Finanza di Paola «aventi ad oggetto la gestione di molti appalti pubblici ed affidamenti diretti sia del Comune di Fuscaldo (CS) che del Comune di Cosenza, afferenti “lavori, servizi e forniture” di valore complessivo pari ad oltre 7,5 milioni di euro».

Secondo l’accusa, elemento di collegamento fra i due Enti Locali cosentini era la figura di Michele Fernandez, autorizzato a svolgere part time il ruolo di responsabile di settore nel Comune di Fuscaldo, ritenuto, nella maggior parte dei casi il «coordinatore» del sistema corruttivo. Le indagini hanno consentito di «accertare l’esistenza di un collaudato sistema corruttivo e di collusioni nella gestione della cosa pubblica radicato presso gli Enti locali ed alimentato da abituali condotte illecite poste in essere da Pubblici Ufficiali ed imprenditori, ai danni dei due Comuni. Le molteplici turbative delle gare e dei procedimenti di scelta dei contraenti della Pubblica Amministrazione sono state scoperte all’esito di articolate e complesse indagini, sviluppate mediante specifiche attività tecniche, analisi di una enorme mole di documentazione cartacea ed informatica acquisita all’esito di perquisizioni e sequestri (aventi ad oggetto anche 26 supporti informatici: tra personal computer, tablet e telefoni cellulari), assunzione di dichiarazioni testimoniali, indagini finanziarie ed accertamenti patrimoniali».

Nel dettaglio, «per ciascuna gara pubblica e di procedimento di scelta del contraente, i Finanzieri hanno ricostruito gli accordi clandestini e le collusioni fra i soggetti pubblici e privati, nonché i mezzi fraudolenti utilizzati per assegnare illecitamente i lavori ed i servizi da parte dei Comuni, in violazione alle norme contenute nel Codice degli Appalti ed altre che regolamentano l’esercizio della funzione pubblica. In diversi casi, le indagini hanno documentato che gli atti contrari ai doveri d’ufficio ovvero le omissioni di atti dovuti da parte di Pubblici Ufficiali venivano retribuiti, in termini di contropartita ed in virtù di accordi corruttivi o per effetto delle condotte di indebita induzione, da promesse illecite di utilità, consistite in incarichi professionali, assunzioni di lavoratori ed utilizzo gratuito di struttura alberghiera, ovvero dazioni di utilità, rappresentate da “trasferimenti di sede di lavoro di pubblici dipendenti”, ed altri “doni”. Sono stati ricostruiti i rapporti interpersonali fra i Pubblici Ufficiali, gli imprenditori e gli altri soggetti coinvolti, i quali hanno contrassegnato una “funzione pubblica spogliata della sua reale natura”, finalizzata cioè al “perseguimento dell’interesse pubblico e del bene comune”, ma piegata strumentalmente per il “mero raggiungimento di interessi privati”».

Inoltre, in molte occasioni, «la commistione fra gli “interessi pubblici” e gli “interessi privati” ha determinato la creazione di una vera e propria “confusione fra ruoli” tra Pubblico Ufficiale e imprenditore e viceversa».

La lente degli investigatori è caduta sull’affidamento diretto della gestione del depuratore comunale di Fuscaldo dal valore complessivo oltre 1.000.000 euro, l’aggiudicazione dei lavori di ripristino del Lungomare di Fuscaldo dal valore complessivo dell’appalto 236.000; la gestione della raccolta, trasporto e conferimento in discarica dei rifiuti, differenziata ed assimilata, servizio di igiene urbana presso il Comune di Fuscaldo per un valore complessivo dell’appalto di 4.000.000 euro; l’affidamento diretto del servizio di pulizia spiagge del Comune di Fuscaldo dal valore complessivo di 16.550 euro; il conferimento da parte del Comune di Fuscaldo di un incarico professionale, l’assegnazione delle concessione demaniali, in relazione al piano spiaggia del Comune di Fuscaldo; il rifacimento di un manto stradale pubblico nella città di Fuscaldo a spese di un imprenditore (quindi non dovuto), già affidatario di commesse; l’installazione di un dehors (insieme degli elementi mobili per la ristorazione, posti sul suolo pubblico o asservito all’uso pubblico); i lavori di completamento della chiesa San Domenico di Cosenza per un valore complessivo 1.920.000 euro; i lavori aggiuntivi per il miglioramento dell’efficienza energetica del Teatro Rendano di Cosenza per un valore complessivo 90.000 euro; – l’acquisto da parte del Comune di Cosenza di un personal computer di ultima generazione, del quale se ne appropriava un Pubblico Ufficiale dal valore 1.337 euro.

Inoltre, è stato disposto il sequestro di beni nei confronti di alcuni indagati e società, per un valore complessivo di 215 mila euro.

A due società, inoltre, è stata applicata la misura cautelare interdittiva del “divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione”, per la durata di un anno.

Le dichiarazioni degli inquirenti

«L’ufficio – ha detto il Procuratore della Repubblica di Paola Pierpaolo Bruni nel corso della conferenza stampa alla quale ha partecipato il comandante provinciale di Cosenza della Guardia di finanza, colonnello Marco Grazioli – cerca di ricostruire singoli fatti di reato. Al momento non ci sono elementi per stabilire il coinvolgimento di altri amministratori».

Di «una commistione di ruoli tra pubblico e privato che portava a veicolare gli appalti» ha parlato il colonnello Grazioli, secondo il quale dalle indagini sono emerse «diverse forme di vantaggio indebite, regalìe e scambi di favori, ma anche utilizzo di strutture alberghiere a titolo gratuito e assunzione di personale».

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