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Il Cinema Italia questa mattina

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COSENZA – Si chiamava Mirel, classe 1967, nazionalità rumena. La notizia della sua morte è arrivata questa mattina, dopo che le Forze dell’ordine e i sanitari si sono recati negli spazi esterni dell’ex cinema Italia dove l’uomo aveva costruito la sua casa. Ora tra i suoi effetti personali, in mezzo all’area transennata coi nastri rossi e bianchi, resta solo quel materasso bianco sporco che forse servirà a ricordarci che esistiamo, come uomini, anche nelle macchie che lasciamo.

In base a quanto si apprende Mirel, la cui causa di morte è molto probabilmente di tipo naturale, aveva lasciato proprio domenica scorsa il Pronto Soccorso di Cosenza (qualcuno parla del fatto che fosse stato dimesso, altri che si fosse allontanato volontariamente), dove s’era recato accusando forti dolori allo stomaco dovuti a una sospetta neoplasia: tra una quindicina di giorni sarebbe dovuto tornare all’Annunziata per effettuare ulteriori controlli.

Troppo tardi. Sarà troppo tardi anche per andare a Roma, dove il 55enne aveva trovato lavoro come operaio stipulando regolare contratto con una cooperativa sociale.

Era, dunque, a Cosenza solo in via temporanea Mirel: avrebbe appunto dovuto sbrigare delle pratiche burocratiche e poi via, se gli accertamenti sanitari fossero andati bene, verso il futuro, forse con la sua compagna: il lavoro, tra le altre cose, gli avrebbe anche consentito di formalizzare i procedimenti riguardanti la cittadinanza italiana.

Assai conosciuto dagli operatori delle realtà solidali cosentine, l’uomo cercava di combattere una certa dipendenza dall’alcol e ci stava riuscendo. Quando sarà possibile il suo funerale sarà celebrato nella cappella di Casa San Francesco, da cui trapela la volontà di organizzare una cerimonia ad hoc, in modo da potergli dare degna sepoltura.

«Ricorderò sempre la sua gratitudine – dice la religiosa di una delle tante strutture di volontariato frequentate da Mirel -. Lui non ci chiedeva nulla, ma accettava sempre con grande slancio il cibo o le coperte che gli portavamo. Ha sempre cercato di lavoricchiare qui a Cosenza – continua -, ed eravamo felici quando in certi periodi non lo trovavamo più sul materasso in via Rivocati: significava che stava riuscendo a pagare un affitto. Educato, riservato ma pieno di amici, come lui senza fissa dimora, negli ultimi tempi si lamentava questi forti dolori all’addome. Cosa ho pensato appena mi hanno comunicato la terribile notizia? A quando – conclude la religiosa -, in maniera mai scontata, Mirel diceva a tutti noi operatori e volontari “grazie”».

Ha conosciuto, quindi, (sparuti) attimi di gentilezza quest’uomo. E chissà, se a causa della sua rarità, a volte, la gentilezza, l’abbia scambiata per amore.

L’INTERVENTO DEL SINDACO FRANZ CARUSO

Sul decesso di Mirel è intervenuto anche il primo cittadino Franz Caruso. «Quello che è accaduto questa mattina è un fatto che rattrista enormemente tutta la città di Cosenza e anche l’amministrazione comunale – ha detto il sindaco – Siamo particolarmente scossi per il decesso del senza tetto, avvenuto davanti al Cinema Teatro Italia-Tieri, che ripropone, in tutta la sua drammaticità, situazioni certamente non circoscritte alla nostra città, ma diffuse nelle realtà di tutti i Paesi ed alle quali molto spesso non si riescono a dare risposte esaustive. Non ci sono – ha aggiunto – responsabilità che possono essere ascritte a qualcuno.

Purtroppo, è l’esistenza che i clochard conducono, a volte per scelta, che li espone a questi rischi e ad epiloghi così tragici. Situazioni come quella accaduta in città – ha aggiunto il Sindaco – si registrano molto spesso in coincidenza o di periodi di gran caldo o quando le temperature sono estremamente basse. Nel caso specifico, lo sfortunato senza tetto non era censito all’esito delle verifiche dei nostri uffici, in quanto, dopo le segnalazioni ricevute, gli assistenti sociali in servizio presso il settore Welfare del Comune, si erano recati sul posto per fare gli accertamenti del caso e quindi procedere alla registrazione prevista e prestare tutte le cure, il sostegno e l’assistenza possibili, ma non è stato mai trovato sul luogo della segnalazione. Del resto, è risaputo che queste persone sono senza fissa dimora ed è connaturata alla loro triste condizione il fatto di spostarsi spesso da un luogo all’altro. Ribadiamo – ha dichiarato ancora Franz Caruso – che, come amministrazione comunale – siamo disponibili ad offrire tutto il nostro sostegno e la nostra collaborazione alle associazioni che hanno chiesto di potersi occupare più da vicino di queste difficili situazioni che vorremmo tanto non ci fossero nella nostra città. Purtroppo, ci sono e noi cerchiamo di dare il massimo dell’assistenza possibile. Siamo sempre intervenuti e più di una volta i senza fissa dimora che vivono nella nostra città sono stati anche assistiti e collocati in strutture pronte a riceverli, ma la loro permanenza al loro interno è rimasta circoscritta ad un periodo limitato, dopo di che sono ritornati alla vita di sempre. Abbiamo fatto anche delle bonifiche davanti all’ingresso del cinema Italia, perché avevamo registrato la presenza di divani, letti e di altri giacigli di fortuna organizzati con materassi e cuscini.  Quello è un punto attenzionato dall’Amministrazione comunale, ma che non siamo nella condizione di far presidiare dalle forze dell’ordine. Cerchiamo di fare ogni sforzo possibile, non facendo mancare né l’assistenza, né la solidarietà, ma non sempre ci riusciamo perché spesso la loro – lo ribadisco – è una scelta di vita».

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