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Un branco di cani randagi

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CORIGLIANO ROSSANO (COSENZA) – Mai vista tanta armonia: quattro cani randagi vivono insieme in branco, contendendosi qualche occasionale carezza e qualcosa con cui placare i morsi della fame, ma i quattro esemplari, tutti meticci di taglia grande, hanno scelto il luogo più improbabile dove trascorrere le loro giornate, notti compresi, l’ospedale Guido Compagna di Corigliano come loro “territorio”. Un comitato d’onore che accoglie giornalmente gli utenti ed il personale.

L’atrio della struttura, che fa parte dello spoke cittadino, è stato eletto quale sito in cui stare ad oziare, la loro enorme cuccia. Gironzolano indisturbati da mesi e i numerosi appelli rivolti dai dipendenti sia all’azienda sanitaria che al comune restano senza risposta. I quattro cagnoni sono, comunque, docili e non hanno mai attaccato o dato segni di insofferenza verso l’essere umano. Tuttavia, restano dei cani randagi ovvero bestiole che vivono in libertà, senza nessuna supervisione di un padrone, che nel branco riconoscono il proprio nucleo affettivo, ma fondamentalmente mantengono un certo rapporto di dipendenza dall’uomo, perché si tratta di animali che sono stati abbandonati in un certo periodo della loro vita, ma hanno, comunque, avuto un rapporto con gli esseri umani. Il randagismo diventa emergenza in città, mentre le azioni messe in campo dall’amministrazione dimostrano tutta la loro fallacità.

Il numero di cani vaganti, soprattutto nel centro storico, così come nelle periferie, è in costante aumento. Sono proprio questi i centri divenuti “zone franche” per cani e cinghiali. Una sorta di occupazione silente da parte dei tantissimi esemplari lasciati in totale abbandono. Il branco di cani randagi che si aggira nell’ospedale Compagna è composto da quattro animali e finora non hanno mai dimostrato ferocia, anzi. Con il personale che opera nella struttura sanitaria non ci sono state aggressioni, ma immaginare una convivenza prolungata non è pensabile. La loro presenza crea non pochi disagi all’utenza, che nel percorrere gli spazi del piano terra, anche quelli interni alla struttura incappano in questi animali, la cui stazza basta ad incutere timore. Ma è anche una questione di decoro. A questo si aggiunge il problema legato all’igiene. I cani randagi sono spesso veicolo di malattie e parassiti. Lo stazionamento continuo nelle aree del nosocomio potrebbe scatenare una emergenza igienico- sanitaria.

Nell’atrio passano le notti, per poi con la luce del sole lanciarsi in esplorazioni verso il pronto soccorso e la farmacia e, più in generale, nelle pertinenze dell’ospedale. Infatti, l’ingresso del Compagna si collega, dall’interno, con i locali del reparto di emergenza/urgenza a causa dell’assenza di una porta, come più volte denunciato dal personale. Non è insolito trovare questi cani a godersi qualche ora di riposo, per sfuggire alla calura dell’estate, anche nell’area dell’ex cucina. Una sorta di occupazione lenta, ignorata dalle istituzioni che restano sorde ai numerosi appelli. C’è un esercito a quattro zampe in giro in città, che continua a crescere per l’assenza totale di interventi atti a limitare la crescita della popolazione canina.

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