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I controlli sulla statale 106 nel Cosentino

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COSENZA – Oltre cinquemila persone registrate sulla piattaforma della Regione per poter fare rientro in Calabria. Solo 923 per motivi di lavoro, salute o attività istituzionali. E ancora, tanti sottoposti a tampone ma soltanto in orario d’ufficio e con le strutture regionali che hanno difficoltà a processarli. La fase due in salsa calabrese manifesta già i suoi problemi a distanza di ventiquattro ore dal suo inizio. Innanzitutto il numero dei rientri: oltre 23mila sono i calabresi che dall’inizio dell’epidemia sono tornati a casa passando dai sistemi di registrazione regionale, 5mila 353 sono quelli che hanno aderito alla procedura con rilascio pin per accedere alla piattaforma di profilazione appositamente studiata per la fase due.

Il 4 maggio sono scattati i cordoni sanitari sull’A2, sulla statale 106, negli aeroporti e nelle stazioni. Chi voleva poteva sottoporsi a tampone con una garanzia: in caso di negatività non sarebbe stato necessario osservare il periodo di quarantena obbligatoria.

Un primo, importante, problema. Perché ci vogliono almeno dai 5 ai sette giorni di incubazione per permettere ai test di individuare il virus. Tra i negativi, dunque, potrebbe nascondersi un contagio “breve”.

L’altro problema è legato alle strutture ausiliarie distaccate che dovrebbero effettuare questo tipo di controlli. Stando al racconto di due persone ieri sera alle 19 alla stazione di servizio di Frascineto non c’era più nessuno. Si lavora dunque ad orari d’ufficio, dalle otto del mattino alle diciannove inoltrate. La notte, invece, i punti di controllo per effettuare i tamponi restano scoperti. E questa è la seconda falla del sistema che dovrebbe tenere sotto controllo i nuovi arrivi. C’è poi il problema squisitamente tecnico relativo ai tamponi stessi.

Soltanto il giorno quattro ne sono stati raccolti un migliaio che ancora devono essere processati. I primi cinquanta lavorati a Catanzaro hanno dato esito negativo, ma la mole di lavoro per i tecnici nei laboratori degli ospedali è letteralmente triplicata. Circa 700 sono stati fatti nella provincia di Cosenza, 200 nel catanzarese ed altrettanti nel reggino, tra stazioni, aeroporto e blocchi stradali.

In due di questi, posti a Frascineto, sull’autostrada A2, e a Roseto, sulla statale 106, nel cosentino, solo ieri ne sono stati effettuati più di 150. Tutti tamponi destinati ad accumularsi nei prossimi giorni. Già ieri al dipartimento regionale tutela della salute si è svolto un incontro per chiarire le difficoltà, soprattutto al Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. Si rischia, tra pazienti ordinari e nuovi arrivi, di accumulare troppo arretrato.

La soluzione, ancora una volta, sarebbe quella di trasferire una parte dei tamponi fuori regione per avere risultati più rapidi, altrimenti si rischia nuovamente di ingolfare il sistema. Il Pugliese-Ciaccio è ancora in attesa di un nuovo macchinario che dovrebbe aumentare la quantità di tamponi processati, fermo restando che gli operatori lavorano h24 per cercare di avere più risultati in un arco di tempo risicato.

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