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Il sindaco di Grisolia, Antonio Longo

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GRISOLIA (COSENZA) – Nel centro balneare dell’alto Tirreno cosentino si è diffusa la psicosi del coronavirus. Ma i dati consegnati dall’azienda sanitaria provinciale riferiti a 41 tamponi, tutti negativi, smentiscono ogni ricostruzione fantasiosa, compresa quella di una presunta grigliata (LEGGI) che, come conferma il sindaco Antonio Longo, non c’è mai stata.

Restano, quindi, due i casi e relativi alle sole ragazze provenienti dal nord Italia che sono attualmente e da tempo in quarantena. Il contagio sarebbe avvenuto in una festa che si sarebbe tenuta nel luogo di residenza delle due ragazze, in Lombardia. Queste ultime sarebbero state informate personalmente e telefonicamente dall’azienda sanitaria di riferimento che, invece, non avrebbe contattato il comune di Grisolia.

I successivi passaggi sono stati effettuati dall’ente in collaborazione con l’ufficio di Scalea dell’azienda sanitaria che ha posto le ragazze in quarantena ed ha disposto i vari tamponi, 41 nel comune di Grisolia, altri a Diamante dove le ragazze si sono recate.

L’amministrazione comunale di Grisolia, ieri mattina ha confermato il risultato dei primi 29 tamponi; in serata è giunta la notizia relativa agli altri 12. Sono tutti negativi ed il “caso” Grisolia non esiste. Nel centro turistico, nei giorni scorsi, si era fatta strada anche la falsa ipotesi che si potesse procedere a rendere zona rossa il territorio. Anche questa “voce da social” seccamente smentita dall’amministrazione del sindaco Antonio Longo. L’amministrazione comunale con l’ufficio dell’Asp di Scalea ha cercato di ricostruire tutti i contatti avuti dalle ragazze nel periodo dal 4 al 13 agosto. Successivamente le due giovani sono state poste in quarantena.

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