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La fila davanti al punto vaccini dell'ospedale dell'Annunziata a Cosenza

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COSENZA – Lunghe code per le vaccinazioni anti-Covid all’ospedale civile dell’Annunziata, dove, ieri, al pari di quanto avvenuto nei nosocomi e negli hub delle altre province, si è svolto il cosiddetto “open vax day” e, cioè, la giornata dedicata alle inoculazioni “libere” e senza necessità di previa prenotazione.

Lunghe code si diceva, dunque, e pure grande, grandissima attesa da parte di chi, in una poi così non tanto calda domenica di gennaio, ha deciso, dopo i “bagordi” del Natale e le feste senza misura, di sottoporsi alla somministrazione della terza dose (gran parte dei vaccinandi presenti ha, di fatti, richiesto il booster), senza “perdere” ulteriore tempo e, chissà, magari spinto dalla paura provocata dalle sconfortanti immagini delle folle da “tamponare” in farmacia.

Chi è giunto davanti al presidio sanitario alle 9 del mattino ha trovato, a precederlo, ben oltre 100 persone e la consapevolezza, successivamente resasi concreta, di completare tutte le “operazioni” nel primissimo pomeriggio. In altre parole: sei ore dopo. Ciò che è certo – posto che l’attesa, dati tali grandi numeri, sia divenuta elemento quasi naturale del già citato “open vax day” –  è che i vaccinandi, per l’appunto ieri, siano stati lasciati in balìa di se stessi. Nessun “controllore”, nessun operatore che abbia, anche solo per mera svista, adempiuto a procedure (inesistenti) di distanziamento tra i presenti. Da qui, è ovvio immaginare che non siano mancati (e non sono mancati), oltre che gli assembramenti, i litigi, le voci grosse e gli animi in affanno tra chi, sfortunatamente, ha deciso di non mantenere i buoni propositi per l’anno nuovo.

Disatteso immediatamente, da parte di quest’ultima categoria di vaccinandi presa in considerazione, il proposito numero uno del 2022: rispettare le file, qualora in fila ci si dovesse realmente trovare. Dopo ben tre ore di indugi, una Guardia giurata è tuttavia arrivata sul posto. «Quando si può entrare? Perché questa fila non scorre?», ha chiesto un giovane cosentino. La risposta che ha ricevuto è stata pleonastica («Bisogna aspettare che escano le persone che hanno già ricevuto il vaccino») e, soprattutto, ha dato il via a diverse supposizioni. «A questo punto – ha, allorché, detto il ragazzo – se non si esce dopo tre ore, vuol dire che si è morti».  

Ironia (macabra) a parte, i problemi riscontrati sono stati pure i seguenti: mancata previsione di entrata e uscita diversificate (tutto ciò ha acuito il problema assembramento) e, ancora, il fatto che all’interno del centro vaccinale dell’Annunziata ci fosse un solo medico (un secondo si è aggiunto solo successivamente) a controllare le schede anamnestiche.

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