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Il Pronto soccorso dell'Annunziata di Cosenza

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COSENZA – Agenzie interinali o società di servizi per arginare l’emergenza medici nel pronto soccorso di Cosenza. La dirigenza dell’ospedale Annunziata è all’ultima spiaggia nel tentativo di ammortizzare la gravissima emergenza personale in corso.

A pochi giorni dalla conferenza stampa del commissario straordinario Isabella Mastrobuono spunta la terza possibilità. La proposta era stata anticipata una settimana fa sul Quotidiano dal segretario regionale dell’Anaao Assomed, Filippo Maria Larussa.

L’avviso presentato ieri prevede l’acquisizione di manifestazioni di interesse per una successiva richiesta d’offerta. Medici e infermieri dovrebbero prendere servizio per tre mesi a condizioni differenti in base alle formule.

Nel caso di lavoro somministrato da parte di società interinali l’Annunziata chiede cinque medici specializzati in Medicina e chirurgia d’accettazione ed urgenza, «o specializzazioni equipollenti», per 38 ore a settimana ciascuno e cinque infermieri per 36 ore a settimana ciascuno. In caso di servizio esterno «tramite società di servizi» le attività da coprire sono circa 200 ore settimanali per medici e altrettante per infermieri. In questo caso «le attività dovranno essere svolte con autonomia organizzativa dal fornitore ma compatibilmente con l’organizzazione aziendale». I tempi non sono poi tanto stretti nonostante la crisi. C’è tempo fino al venti gennaio per la presentazione delle domande di partecipazione. 

Nell’attesa del prossimo concorso si cerca così di rinforzare un contingente allo stremo. Attualmente sono otto i medici in servizio sui venti necessari nel Pronto soccorso. L’esperienza dei concorsi andati deserti pesa tantissimo sulla decisione, così come le gli scontri interni su possibili rotazioni di dottori da altri reparti. In mezzo c’è anche la riorganizzazione «in atto e irreversibile» del Pronto soccorso dopo le ripetute prescrizioni imposte dai Nas (l’ultimo blitz risale a poco prima di Natale) e le consecutive dimissioni del responsabile.

A fine mese dovrebbe partire l’Obi (osservazione breve intensiva) da venti posti letto e i box specialistici di cardiologia e neurologia in servizio H12 con personale interno. Situazione che negli ultimi giorni ha spezzato un equilibrio fragile. In mezzo c’è anche un programma operativo con relativo piano assunzioni che non vede la luce ai piani alti della struttura commissariale calabrese a trazione Occhiuto. Ci vorrà probabilmente marzo per l’approvazione. E in una regione con una facoltà di medicina senza una scuola di specializzazione in Medicina d’urgenza l’ultima spiaggia è quelle delle chiamate interinali. Vale a dire società che offrono prestazioni per tamponare le carenze del pubblico. In Italia le esperienze di questo tipo sono tantissime, persino nella “perfetta” sanità toscana.

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