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EGREGIO direttore, è noto come la sanità calabrese abbia mille e più problemi, ma spesso regala anche storie di grande professionalità e umanità degli operatori sanitari che, nonostante le condizioni cui sono costretti a lavorare per il Piano di rientro, non si tirano indietro rispetto alla cura del paziente.

Con questo spirito voglio raccontare quanto mi è accaduto e dedicare un sincero ringraziamento alla persona, la quale, ultimamente, è entrata nella nostra vita con calore e affetto per la sua umanità e spirito di abnegazione, sia umana, cristiana e professionale: parlo del dottor Sebastiano Vaccarisi. Ma partiamo dall’inizio.

Nel giugno del 2020, ero costantemente preda di atroci spasmi localizzati al ventre e al fianco, con progressivi episodi sempre più dolorosi e prolungati nel tempo. Fu necessario il ricovero per oltre un mese per accertamenti che misero in evidenza la presenza di una neoplasia maligna del fegato tra i segmenti 4 e 2. I miei familiari, tentarono disperatamente di nascondermi la gravità del responso, con l’intento di evitarmi un crollo psicologico.

Dopo due mesi di calvario, mia moglie e i miei figli chiesero agli specialisti chirurghi del reparto del nosocomio di Cosenza se ci fosse una soluzione chirurgica definitiva, dato che conoscevano la mia situazione. Ascoltate le richieste dei miei congiunti, quest’ultimi, ribadivano che ero un malato oncologico e, dai referti prodotti, fossi addirittura «incurabile e inoperabile» con un’aspettativa di vita di altri quattro mesi. Aggiungeva inoltre che era inutile che mi presentassi in reparto perché, per via della gravità del caso, si prospettava l’inutilità di un qualsiasi intervento. Moglie e figli, caduti nella disperazione più totale, anche perché a fornire questa terribile diagnosi era un chirurgo esperto, cercarono di addolcirmi la pillola dicendo che per la mia patologia, bisognava rivolgersi ad un dottore specializzato in altre branchie.

Contattammo il dott. Vaccarisi che, ascoltate le peripezie appena vissute, immediatamente si allertava e si prodigava per visitarmi con l’ausilio dei referti Tac, risonanze magnetiche, oltre ad una sequela di esami. Inutile dire che, appena ebbe queste analisi, decideva di sottopormi a un intervento per asportare la sezione di fegato interessato dalla patologia che lo stava erodendo, senza perdere nemmeno un giorno. Il dott. Vaccarisi, con la sua meravigliosa equipe, avrebbe potuto desistere dal suo intento, invece non ha mollato la presa; al contrario degli altri specialisti che hanno avuto un atteggiamento arido e distaccato, incuranti del dramma anche psicologico che stavamo vivendo io e la mia famiglia.

Grazie all’operazione condotta dal dott. Vaccarisi che, operandomi a dispetto di ogni consiglio contrario dei suoi colleghi, trattandomi da uomo e non da paziente, sincerandosi che fossi pienamente conscio che non era certo un intervento di routine ma qualcosa che avrebbe potuto avere un epilogo ben più nefasto, mi ha permesso, oggi, a un anno di distanza dalla fatidica data dell’intervento, di poter condividere questa mia esperienza, rendendola così, alla stregua di un brutto ricordo.

Grazie Sebastiano!  

Lettera firmata

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