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Il jeans "cucito" con lo scoatch

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Apprendiamo dal Fronte della gioventù comunista di Cosenza che ieri mattina al “Lucrezia della Valle” una studentessa  si è presentata a scuola con i jeans strappati, moda molto in auge non solo nei giovani; e per questo è stata affrontata da una vicepreside indignata per la mise giudicata poco decorosa. Immediato l’intervento riparatorio della prof con largo uso di scotch per coprire il look della vergogna.

A quanto pare non esiste norma di regolamento interno che vieti mode a la page, nel sito della prestigiosa scuola non se ne trova almeno traccia. Tra l’altro manca una norma nazionale sul punto specifico.

La punitiva vicepreside comunque non è un’oscurantista calabra. Nelle scuole italiane c’è un’onda nuova restauratrice che si oppone a canotte, bermuda, jeans strappati e capelli colorati. Rispuntano anche i sostenitori della divisa unica.

Confesso di essere di parte e di essere solidale con la ragazza con i jeans strappati. In una scuola che forma all’arte e alla musica, mi pare normale che una studentessa abbia nel suo immaginario tali modelli.

La vicepreside con il nastro adesivo forse non sa di aver adeguato il jeans della vergogna al canone di certi stilisti che vendono a caro prezzo lo scotch sui tagli.

Cara vicepreside non siamo più ai tempi di Lucrezia Della Valle che rispettiamo per memoria e cultura. Le sue toppe isolanti sono peggio degli strappi esibiti dalla ragazza. Ci vorrebbe un bel seminario per dirigenti. Titolo tratto da Umberto Eco: “Gli abiti sono un’estensione della pelle”.

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