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Vacche al pascolo davanti agli stabilimenti chiusi delle Terme Luigiane

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PAOLA (COSENZA) – Fausto Orsomarso, assessore regionale a lavoro, sviluppo, turismo e termalismo scioglie il silenzio sulla vicenda delle Terme Luigiane, alla luce dell’ennesimo attacco a mezzo stampa. «Ora basta, si è perso il senso della misura. Nelle prossime ore sarà mia premura chiedere un incontro al Procuratore, tramite il mio avvocato, per chiedere di fare luce su questa situazione».

Ieri, infatti, i lavoratori hanno preso posizione su queste colonne puntando il dito anche contro Antonino Spirlì ed i sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese, Francesco Tripicchio e Vincenzo Rocchetti. «Le gravi allusioni riferite in quella presa di posizione, secondo cui vi sarebbero accordi occulti tra non meglio identificati soggetti e qualche imprenditore senza scrupoli sulle Luigiane – tuona Orsomarso – sono gravissime. Denuncino, se sanno qualcosa, si assumano ogni responsabilità. Peraltro – evidenzia ancora l’assessore regionale – mi sono state attribuite frasi mai dette, pure volgari; frasi che io avrei proferito contro i lavoratori e contro le Terme. Ciò è falso. Comprendo il dramma che stanno vivendo i lavoratori per il mancato avvio della stagione termale, da attribuire a Sateca e Comuni, e mai sporgerò querela contro “l’anello debole” di tutta questa storia (i lavoratori), ma su questi aspetti urge chiarezza».

Ricorda, poi, Orsomarso che la «manifestazione di interesse realizzata dai Comuni» per la individuazione del nuovo gestore delle Terme, «prevede anche la tutela dei lavoratori», mentre «il mancato avvio della stagione termale – denuncia – lo abbiamo subito tutti, prima con i ritardi causati dalla pandemia e poi con il mancato accordo tra parti. I lavoratori devono quindi chiedere conto all’Azienda su quanto accaduto, perché il confronto è fra Sateca e Comuni concessionari».

Secondo il politico, inoltre, la stagione termale «si poteva avviare con le condizioni stabilite dagli Enti locali circa il pagamento dell’acqua sulfurea che veniva fuori da un calcolo elaborato con precisi riferimenti normativi, ma Sateca ha detto no». Quindi, «si è preferito rivolgersi ai Tribunali», ricorda. Spiega, altresì, che si deve procedere con «prudenza» perché tale situazione «in passato ha creato grandi imbarazzi istituzionali a causa delle tante proroghe registrate». Scaduta, infatti, la concessione ottantennale, le «regole di ingaggio dei Comuni sono cambiate».

«Non è una volontà politica quella messa in atto, ma un procedimento amministrativo chiaro e necessario. La predisposizione del bando è stata rinviata per tanto tempo, ma ora non si potevano fare più proroghe, si doveva fare la manifestazione di interesse – a cui hanno risposto varie ditte – e, comunque, c’è un regolamento comunale da seguire. Gli uffici fanno il loro lavoro a prescindere dall’indirizzo politico. Io ho solo detto di dare grande attenzione a questa situazione. Si sono svolte più riunioni, alcune presiedute dal presidente Spirlì, ma la Regione può rivestire solo il ruolo di spettatore attento. Se avessimo interferito con un diverso indirizzo avremmo commesso una forzatura. E, allora, mi chiede cosa c’entri la Regione in tutto questo? Io faccio gli interessi generali. Non sono controparte di nessuna Azienda, guido solo procedimenti amministrativi».

Orsomarso ricorda, poi, che il suo assessorato, a seguito dei problemi derivanti dalla pandemia, ha elaborato un bando pubblico per tutte le terme, incluse le Luigiane, mettendo a loro disposizione un contributo straordinario: 130milioni a fondo perduto. «Per conto mio – precisa – parlano le azioni e le tante visite effettuate presso il compendio del Tirreno, anche assieme all’allora commissario regionale alla sanità,  Luciano Pezzi. Penso d’aver fatto tante cose importanti e tanti bandi: la cassa integrazione in deroga garantita a tanti lavoratori calabresi, i bandi sui tirocinanti».

Gli «attacchi» a lui rivolti «alla vigilia delle elezioni, nonostante sia sostenuto da tante aziende» che gli «riconoscono il buon lavoro svolto in questa regione», «sanno di strategia politica», denuncia Orsomarso. Che prende atto: «E’ legittimo il dolore dei lavoratori e chiederò tutti gli atti per capire se sono previste misure straordinarie da attivare in seno al Ministero, anche se in tal senso nessuno ha mai chiesto nulla nell’interesse dei lavoratori, né il Sindacato né Sateca. Ora dobbiamo attendere fiduciosi l’esito del mandato esplorativo. In questi anni il compendio l’ho visto un po’ spegnersi ed ora c’è bisogno di una stagione che rilanci il termalismo, grazie anche al principio della concorrenza. Lo spirito dei Comuni è quello di rifondare il compendio con la partecipazione degli aventi diritto, Sateca in primis».

Sulla sospensione/revoca della concessione per morosità dei Comuni, Orsomarso ha così risposto: «Sulla vicenda il direttore generale ha risposto alle parti. Gli uffici stanno lavorando. I Comuni hanno pagato la quota fissa e hanno dato spiegazioni sulla morosità, dicendo che attendevano le note dei bilanci dal 2018 al 2020 per pagare la quota variabile. Peraltro vi dirò che non sono d’accordo con i sindaci che nella quantificazione del costo dell’acqua hanno preso come parametro il prezzo medio. Io avrei chiesto il prezzo minimo, ma non posso interferire».    

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