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L'assemblea del Pd di Cosenza

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COSENZA – A ben pensarci, la colpa è stata tutta del compagno Sergio De Simone, da Rossano. È stato lui a chiedere l’altra sera, durante l’assemblea provinciale del Pd cosentino, al commissario Stefano Graziano, di precisare meglio il suo pensiero, di spiegare chi siano stati o chi siano i signori delle tessere che il Pd vuole combattere, anche alla luce del fatto che quel tesseramento ha avuto le sue implicazioni nella composizione della segreteria nazionale.

È stato a quel punto che Italo Reale ha preso la parola facendo nascere il parapiglia che in poche ore ha fatto il giro del web. L’ex sub-commissario regionale ai rifiuti ha parlato di un partito ridotto ai minimi termini (come Democrazia Proletaria negli anni ‘70, ha detto ossia marginale) per colpa dei comitati elettorali. Lì è partita la reazione veemente di Nicola Adamo, poi seguito a ruota dalle persone da sempre più vicine a lui come Damiano Covelli e Raffaele Zuccarelli.

Indugiare sulla rissa verbale, però, significa rischiare di guardare il dito anziché la luna. In fondo nelle vecchie sezioni dei partiti che furono, c’erano discussioni anche più accese. Qui il punto, però, è un altro ed è tutto politico.

Il nodo resta quello della mancata discussione intorno alle ultime pesanti sconfitte registrate dal Pd e, nel caso di Cosenza, nemmeno un’analisi rispetto alla vittoria delle amministrative. In molti si limitano a dire che l’importante è che una discussione sia partita. Ma ogni discussione che si rispetti deve essere inquadrata in un perimetro preciso. Così più che discussione, l’assenza di regole ha trasformato l’appuntamento nell’arena che tutti hanno visto. Come già successo con l’assemblea di Lamezia Terme, anche in questo caso l’iniziativa sembrava messa su un po’ a caso, senza nessuna certezza sui partecipanti visto che molti circoli non sono operativi da tempo e il tesseramento è in corso.

I più maliziosi dicono che questo caos sia costruito a bella posta da Roma che sta portando avanti un’operazione di cancellazione di una buona parte di vecchia classe dirigente. Prima Mario Oliverio, adesso nel mirino sembra esserci il gruppo di Nicola Adamo come dimostra anche la veemente reazione di Francesco Boccia che riportiamo di seguito. Ovviamente non c’è nulla di male nel rinnovamento. Anzi. Pochi partiti come il Pd calabrese ne ha bisogno. Il problema è che questa operazione appare tutta verticistica, con pochissimi spazi di discussione e nuovi dirigenti calati dall’alto perché si vuole creare un partito funzionale agli interessi di Roma. Dov’è la piattaforma politica? Come si pensa di rivitalizzare il partito? Come si può farlo senza un quadro politico di riferimento e senza persone che abbiano intorno un minimo di consenso? L’avvicinarsi di una serie di scadenze elettorali, fra l’altro, dà ulteriori aditi a questi sospetti

«Quello che è accaduto ieri sera all’Assemblea provinciale del Pd di Cosenza non rappresenta la comunità democratica. La stragrande maggioranza delle militanti e degli attivisti oggi reagiscono con sdegno. Non aver consentito al presidente della Commissione regionale di garanzia, l’avvocato Italo Reale, di articolare il suo intervento, trasformando l’assemblea stessa quasi in una rissa, non è degno della nostra storia e dell’intera comunità democratica cosentina». Così Francesco Boccia, membro della Segreteria nazionale del Pd e commissario del Pd di Cosenza.

«La Cosenza di sinistra accogliente, sempre aperta al dialogo e al confronto – rimarca l’esponente dem – non può tollerare immagini e comportamenti di questo tipo che ho segnalato agli organi di garanzia del partito. Il lavoro di allargamento e rinnovamento iniziato con le ultime amministrative sarà completato nei prossimi mesi con il coinvolgimento della nuova classe dirigente già in campo che sommerà i propri talenti ai tanti compagni e alle compagne di sempre che condividono i valori che ieri sono stati calpestati e che ha provato a richiamare in Assemblea Italo Reale». Per Boccia «il Pd è una grande comunità aperta e libera, senza capi o padroni. Non permetteremo a nessuno di infangare con gesti e atteggiamenti spregevoli l’immagine e la credibilità del Pd». Se non è un avvertimento poco ci manca.

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