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Andrea Gentile (Forza Italia)

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NEL mese di marzo la Giunta delle elezioni della Camera è stata ‘assorbita’ da un punto: la discussione sui criteri per la valutazione della validità o nullità dei voti espressi alle Politiche. Che sono poi quelli che guideranno lo stesso organo quando si tratterà di prendere in esame i ricorsi presentati da candidati che rivendicano l’elezione. Un passaggio che si prospetta per nulla neutro: il dibattito – secondo la ricostruzione che ne ha fatto nelle scorse ore il Fatto Quotidiano – sarebbe orientato verso una modifica di quei criteri in grado di spianare la strada a uno dei ricorrenti. Si tratta di Andrea Gentile, il candidato del centrodestra in corsa a settembre scorso per il collegio uninominale di Cosenza Tirreno e finito secondo, per poche centinaia di voti, dietro la grillina Anna Laura Orrico. Ma andiamo per gradi e partiamo dal ricorso di Gentile. L’azzurro lamenta la mancata attribuzione di ben 805 voti, che sarebbero stati illegittimamente annullati nelle sezioni elettorali di 40 Comuni della provincia di Cosenza. Basterebbero, se assegnati, a garantirgli il sorpasso, visto che da Orrico lo separano 482 preferenze.

IL DIBATTITO IN GIUNTA

Cosa sta accadendo invece nella Giunta delle elezioni? Qui si discute se vada considerata valida o meno una scheda qualora l’elettore abbia tracciato la croce su più liste collegate al candidato per il collegio uninominale. Nella passata legislatura si era deciso per la nullità, difendendo il principio della univocità del voto: la volontà dell’elettore deve essere chiara e non soggetta a interpretazione. In questo caso, se sulla preferenza accordata al candidato nel collegio uninominale non sorgono dubbi, come assegnare il voto alla lista per il plurinominale? Il rosatellum non ammette il disgiunto, la preferenza va assegnata anche sul proporzionale. Quando l’elettore vota solo per il candidato all’uninominale, quel voto va assegnato anche alla lista collegata e se ci sono più liste viene ripartito in quota parte.

Ma quando l’elettore sceglie più liste? Come si fa ad assegnare il voto? Senza contare poi un’altra questione spesso sollevata in questi casi: non sarà da interpretare, quelle pluralità di croci piazziate sulla scheda, come segno di riconoscimento? Il centrodestra (e in particolare Forza Italia) non la pensa così. In Giunta delle elezioni gli azzurri hanno caldeggiato la tesi opposta: le schede, con voto assegnato a più liste collegate, vanno considerate valide in virtù del principio del favor voti.

L’elettore, insomma, voleva votare per quella coalizione e per il suo candidato all’uninominale, quindi la preferenza deve essere assegnata. «Molti Uffici centrali circoscrizionali (in questi casi, ndr) hanno assegnato il voto quanto meno al candidato all’uninominale» ha detto il deputato forzista Pietro Pittalis, che ha segnalato due casi analoghi relativi a sezioni calabresi di Catanzaro e Reggio. Decisamente contrario a questa interpretazione il Movimento 5 Stelle. «Il favor voti – ha detto Carmela Auriemma – trova dei limiti rappresentati dalla segretezza e dalla chiarezza del voto». Neanche il Pd è d’accordo, tanto più – ha detto in seduta Maria Stefania Marino – che si correrebbe il rischio «di dare luogo ad un precedente pericoloso», modificando ex post regole decise nella scorsa legislatura e trasmesse ai presidenti di seggio. La decisione sarà presa nella seduta del 29 marzo, quando la Giunta si riunirà per (ri)approvare i criteri del 2019 o modificarli. Il M5S teme il «blitz» come ha denunciato ieri la deputata Vittoria Baldino (accanto la sua nota), perché i numeri in Giunta sorridono al centrodestra.

CAMBIA IL VOLTO DELLA CAMERA?

Perché ci sia un impatto sulla composizione della Camera non basta solo che i criteri cambino naturalmente. Quello scenario si verificherà nel caso in cui il ricorso di Gentile venisse accolto. A perdere il seggio non sarà però Anna Laura Orrico, che era risultata eletta anche con il proporzionale, ma Elisa Scutellà che le era subentrata. Si rischia un effetto flipper, mutando le percentuali nel collegio? Il dubbio in Giunta è venuto a un deputato di Fratelli d’Italia.

«È difficile che ne possa conseguire una modifica nell’attribuzione di seggi a livello nazionale mentre potrebbero esservi impatti sui dati relativi ai collegi plurinominali oltre che a livello di collegio uninominale» ha risposto il presidente Federico Fornaro. Il rosatellum del resto ci ha spesso riservato sorprese.

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