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La discarica di Scalea

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SCALEA (COSENZA) – «Accolgo con piacere l’invito del sindaco di Scalea, Giacomo Perrotta, per risolvere l’annoso problema della discarica di Piano dell’Acqua, chiusa nel 2010 dalla Procura di Paola perché altamente inquinante».

E’ quanto scrive Carlo tansi, presidente del movimento civico “Tesoro Calabria” sulla discarica di Scalea che in uno studio degli anni scorsi dell’Istituto Superiore della Sanità veniva inserita tra i siti attenzionati e da bonificare per la presenza di sostanze altamente tossiche.

«E’ il momento di dare risposte concrete, in primis quella di mettermi a disposizione l’intera documentazione progettuale ed amministrativa di cui dispone per le verifiche tecniche del caso – dice Tansi – e perchè voglio che escano fuori tutte le responsabilità dei suoi predecessori che hanno consentito di realizzare questo scempio. Anticipo la mia disponibilità a una collaborazione gratuita nell’esclusivo interesse della salvaguardia dell’ambiente e della salute della popolazione di Scalea».

Tansi ricorda che proprio per la presenza di materiale altamente inquinante, già nel 2013, erano stati stanziati ingenti fondi – circa 3 milioni di euro – per la bonifica e la messa in sicurezza della discarica. «E’ assurdo – commenta ancora – che oggi, nel 2022, a distanza di ben nove anni (!) ancora si assiste a ritardi ed inerzie nell’utilizzo di questi fondi nelle attività demandate al Comune di Scalea dalla Regione Calabria. Questi fondi devono essere adoperati al più presto per restituire agli abitanti di Scalea il sacrosanto diritto di vivere in un territorio salubre».

Proprio su questi fondi, però, Tansi nutre qualche dubbio: «Scalea rientra tra siti per i quali è stata sentenziata procedura di infrazione comunitaria. Il Comune, cioè, ad oggi non ha fatto nulla rischiando anche di un aver perso il finanziamento rientrando nella lista nera dei Comuni inadempienti».

«Il movimento Tesoro Calabria – spiega infine Tansi le ragioni del suo interessamento – intende essere parte attiva in un processo di riqualificazione della nostra terra. Il mio impegno, come quello di tutti i soci del Movimento che mi onoro di rappresentare, prescinde da eventuali ruoli, incarichi politici e interessi economici. Il nostro unico interesse è la Calabria. Vogliamo sconfiggere lo sfruttamento della nostra regione, perpetrato anche tramite l’inquinamento ambientale, attorno al quale ruotano torbidi interessi. Per questo stiamo facendo una guerra senza pari per difendere la nostra terra dai veleni e dai tumori. Abbiamo iniziato dall’alto Tirreno cosentino con la discarica di Scalea e il depuratore di Tortora ma poi impiegheremo le nostre energie per tutelare tutte le altre aree avvelenate della Calabria per mano dell’uomo, dal Pollino allo Stretto».

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