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I NUMERI parlano chiaro. La Calabria è la regione maglia nera per la presenza di sale cinematografiche in rapporto al numero di abitanti. Una ogni 49.000. Lo dicono le statistiche elaborate dall’Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali), redatte in collaborazione con il Mibac (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali) che mettono la Calabria in coda all’offerta di sale a due passi dal Trentino Alto Adige e dalla Basilicata. E a fine anno, come già detto su queste colonne, un’altra ventina di sale sulle 50 esistenti in tutta la regione, rischiano la chiusura a causa dell’impossibilità economica di adeguarsi al digitale. Dopo 100 anni di storia, infatti, il cinema abbandona il suo elemento base e il suo simbolo: la pellicola. ll film che viene proiettato da adesso in poi sarà compresso in un file, simile a quelli presenti nei normali computer. Il film arriva al cinema su supporto digitale o via satellite, viene decriptato e scaricato sul disco fisso di un potente server centrale. Infine, attraverso un lettore viene trasmesso ad un proiettore digitale che lo riproduce sullo schermo in altissima definizione. Il risultato è notevole in termini di qualità: l’immagine è molto più nitida e brillante e la fedeltà del suono è nettamente superiore a quella data dalla pellicola. Ma l’operazione costa. E tanto, specie in una regione in cui i ricavi sono spesso poco incoraggianti. 
A farne le spese saranno, quindi, le piccole sale le più radicate sul territorio. E nonostante il governo abbia messo adisposizione la possibilità di scaricare dalle spese una tax credit, i gestori delle venti sale calabresi che ancora non si sono adeguate raccontano di non avere proprio i fondi per anticipare le spese. Molti Regioni d’Italia sono andate incontro a queste esigenze mettendo a disposizione dei finanziamenti a fondo perduto, ma non la Calabria, nonostante l’Anec calabrese abbia inviato una lettera di richiesta in tal senso, offrendo in cambio, la possibilità di offrire spettacoli speciali (opera, balletti) a visione gratuita per i cittadini.
Per i multisale e i multiplex la situazione è decisamente diversa: tutti quelli calabresi sono già in digitale. Un’altra alternativa allo studio per le piccole sale, invece, potrebbero essere offerta dalle grandi case produttrici di proiettori digitali, che utilizzando loro stesse il beneficio del credito di imposta, potrebbero offrire al piccolo esercente, che per scarsa dimensione aziendale non potrebbe beneficiare di tale credito, un aiuto. 
Un altro spiraglio ipotizzabile è quello relativo al Parlamento europeo, che proprio qualche giorno fa ha approvato le linee di finanziamento per i programmi di cultura, creatività e audiovisivo per il periodo 2014-2020 con un aumento, rispetto all’esercizio precedente, del 9%. In totale al settore andranno 1,46 miliardi di euro. In questo capitolo è previsto un sostegno  anche per le sale cinematografiche che programmano una quota significativa di film europei e per tutte le iniziative che valorizzino la diversità culturale, come festival o altri eventi, nonché la mobilità di artisti, professionisti e la circolazione di opere, e magari parte di questi fondi potrebbero essere utilizzati per adeguare le sale non ancora passate al digitale.
Nessun problema, invece, per chi ha programmato per tempo l’adeguamento. In Calabria sono in tutto 17 cinema per un totale di 35 sale, anche se tra questi è da escludere quella del Masciari di Catanzaro che, benché fosse già digitalizzata, è stata costretta a chiudere per altri motivi. I cinema già a posto sono (secondo i dati forniti dall’Anec nazionale): a Catanzaro il Comunale, il Masciari, The space (di Catanzaro Lido e di Lamezia terme),  a Cosenza il Citrigno, il Supercinema Modernissimo, il San Nicola, a Rende il Garden, a Zumpano l’Andromeda River, a Diamante il Vittoria, a Praia a Mare il Loren, a Siderno il Nuovo, a Soverato il Supercinema, a Vibo Valentia il Moderno, a Reggio Calabria  l’Aurora, il Lumiere, l’Odeon, a Locri il Vittoria. Gli altri, sparsi soprattutto nelle zone di periferia di Cosenza e Reggio, hanno i giorni contati.

I NUMERI parlano chiaro. La Calabria è la regione maglia nera per la presenza di sale cinematografiche in rapporto al numero di abitanti. Una ogni 49.000. Lo dicono le statistiche elaborate dall’Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali), redatte in collaborazione con il Mibac (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali) che mettono la Calabria in coda all’offerta di sale a due passi dal Trentino Alto Adige e dalla Basilicata. E a fine anno, come già detto su queste colonne (LEGGI), un’altra ventina di sale sulle 50 esistenti in tutta la regione, rischiano la chiusura a causa dell’impossibilità economica di adeguarsi al digitale. 

Dopo 100 anni di storia, infatti, il cinema abbandona il suo elemento base e il suo simbolo: la pellicola. ll film che viene proiettato da adesso in poi sarà compresso in un file, simile a quelli presenti nei normali computer. Il film arriva al cinema su supporto digitale o via satellite, viene decriptato e scaricato sul disco fisso di un potente server centrale. Infine, attraverso un lettore viene trasmesso ad un proiettore digitale che lo riproduce sullo schermo in altissima definizione. Il risultato è notevole in termini di qualità: l’immagine è molto più nitida e brillante e la fedeltà del suono è nettamente superiore a quella data dalla pellicola. Ma l’operazione costa. E tanto, specie in una regione in cui i ricavi sono spesso poco incoraggianti. 

A farne le spese saranno, quindi, le piccole sale le più radicate sul territorio. E nonostante il governo abbia messo adisposizione la possibilità di scaricare dalle spese una tax credit, i gestori delle venti sale calabresi che ancora non si sono adeguate raccontano di non avere proprio i fondi per anticipare le spese. Molte Regioni d’Italia sono andate incontro a queste esigenze mettendo a disposizione dei finanziamenti a fondo perduto, ma non la Calabria, nonostante l’Anec calabrese abbia inviato una lettera di richiesta in tal senso, offrendo in cambio, la possibilità di offrire spettacoli speciali (opera, balletti) a visione gratuita per i cittadini.Per i multisale e i multiplex la situazione è decisamente diversa: tutti quelli calabresi sono già in digitale. Un’altra alternativa allo studio per le piccole sale, invece, potrebbero essere offerta dalle grandi case produttrici di proiettori digitali, che utilizzando loro stesse il beneficio del credito di imposta, potrebbero offrire al piccolo esercente, che per scarsa dimensione aziendale non potrebbe beneficiare di tale credito, un aiuto. 

Un altro spiraglio ipotizzabile è quello relativo al Parlamento europeo, che proprio qualche giorno fa ha approvato le linee di finanziamento per i programmi di cultura, creatività e audiovisivo per il periodo 2014-2020 con un aumento, rispetto all’esercizio precedente, del 9%. In totale al settore andranno 1,46 miliardi di euro. In questo capitolo è previsto un sostegno  anche per le sale cinematografiche che programmano una quota significativa di film europei e per tutte le iniziative che valorizzino la diversità culturale, come festival o altri eventi, nonché la mobilità di artisti, professionisti e la circolazione di opere, e magari parte di questi fondi potrebbero essere utilizzati per adeguare le sale non ancora passate al digitale.

Nessun problema, invece, per chi ha programmato per tempo l’adeguamento. In Calabria sono in tutto 17 cinema per un totale di 35 sale, anche se tra questi è da escludere quella del Masciari di Catanzaro che, benché fosse già digitalizzata, è stata costretta a chiudere per altri motivi. I cinema già a posto sono (secondo i dati forniti dall’Anec nazionale): a Catanzaro il Comunale, il Masciari, The space (di Catanzaro Lido e di Lamezia terme),  a Cosenza il Citrigno, il Supercinema Modernissimo, il San Nicola, a Rende il Garden, a Zumpano l’Andromeda River, a Diamante il Vittoria, a Praia a Mare il Loren, a Siderno il Nuovo, a Soverato il Supercinema, a Vibo Valentia il Moderno, a Reggio Calabria  l’Aurora, il Lumiere, l’Odeon, a Locri il Vittoria. Gli altri, sparsi soprattutto nelle zone di periferia di Cosenza e Reggio, hanno i giorni contati.

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